Spostare massicciamente le produzioni europee di acciaio dal sistema BF/BOF (il ciclo integrale a caldo con altiforni a ossigeno basico) al sistema Dri/Eaf (ciclo da rottami ferrosi e forni elettrici) per ottenere un abbattimento delle emissioni di Co2 “non e’ economicamente fattibile, non solo a causa delle ampie esigenze di investimento, ma anche a causa dei maggiori costi operativi a causa dei prezzi elevati del gas naturale e dell’energia elettrica in Europa”. Lo afferma uno studio di Boston Consulting realizzato nel 2013 sul contributo che il settore siderurgico puo’ dare all’abbattimento delle emissioni di gas serra entro il 2050.
Il processo produttivo dell’acciaio DRI/EAF” si basa molto sul prezzo e la disponibilità di energia e di gas naturale” si legge nello studio. Entrambi le fonti energetiche “hanno un prezzo relativamente elevato in Europa, mentre sono più economici in altri paesi, come gli Stati Uniti, dove l’estrazione di gas da argille (Shale Gas) ha portato alla rapida diminuzione dei prezzi del gas naturale e allentato la pressione sui prezzi dell’elettricità'”. Ma “è improbabile vedere in Europa i livelli di prezzo degli USA”.
Inoltre “i prezzi dell’energia elettrica in Europa, già elevati, potrebbero aumentare costantemente alla luce dell’obiettivo della UE della decarbonizzazione ed i conseguenti investimenti in infrastrutture e in fonti rinnovabili”. Quanto ai prezzi del gas questi “rimangono altamente incerti, soprattutto se si considera l’accettazione da parte dell’opinione pubblica dell’esplorazione di gas di argilla.”