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Cappella Herrera e il ciclo degli affreschi di Annibale Carracci a Palazzo Barberini a Roma

Barberini

Gli affreschi e la Pala d’altare che componevano la decorazione della cappella Herrera nella chiesa di San Giacomo degli spagnoli a Roma, scomparsa nell’800, che recano la firma uno dei più grandi pittori del Rinascimento italiano, Annibale Carracci, l’artista bolognese che con Caravaggio e Rubens, pose le basi per la nascita della pittura barocca, sono tornati a Roma a Palazzo Barberini. 

Una cappella virtuale

Meglio dire per la precisione che si sono ricomposti in una cappella virtuale, realizzata in una struttura con le stesse proporzioni della cappella originale all’interno della quale sono stati inseriti gli affreschi secondo la sequenza originaria del ciclo pittorico. L’impresa è stata possibile grazie alla collaborazione fra il Museo National del Prado, di Madrid, il Museo National d’art de Catalunya di Barcellona (dove i dipinti sono finiti dopo essere stati staccati dalle pareti della cappella smantellata a suo tempo per motivi urbanistici) e le Gallerie Nazionali di arte antica a Roma.

Tra il quindicesimo e il diciottesimo secolo la chiesa di San Giacomo degli spagnoli in piazza Navona fu uno dei luoghi più rappresentativi della nazione spagnola nella Roma papalina. Era prassi, infatti, che ogni comunità estera si rappresentasse nella edificazione di Chiese dedicate al proprio culto. In origine la chiesa affacciava sulla via della Sapienza, l’attuale corso Rinascimento. Papa Alessandro sesto Borgia, spagnolo, in vista del Giubileo del 1500 ne ordinò l’ampliamento prolungando le navate facendo costruire una nuova facciata su piazza Navona.

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Era il 1602

Che il banchiere castigliano Juan Enriquez de Herrera facoltoso banchiere e protagonista della finanza internazionale del tempo decise di far costruire nella chiesa la cappella funeraria della propria famiglia a imperituro ricordo della sua potenza affidandone la decorazione al grande Annibale Carracci reduce dal successo riscontrato dai suoi affreschi per la galleria di palazzo Farnese. In particolare, Herrera chiese al Carracci di rappresentarvi le storie di un francescano andaluso al Santo al francescano andaluso Diego di Alcala divenuto Santo al quale il banchiere attribuiva la miracolosa guarigione del figlio Diego. L’iconografia del Santo era all’epoca del tutto nuova pochi i riferimenti relativi al suo aspetto è ancora non del tutto stabilito l’elenco dei suoi miracoli le fonti lo descrivono come un personaggio semplice dalla vita priva di eventi clamorosi

Carracci stabili l’iconografia del Santo in maniera definitiva raffigurò i religioso come un giovane dalla figura slanciata rappresentando senza enfasi la sua vita modesta e i miracoli da lui operati: il ciclo tu vivamente elogiato dai contemporanei e non a caso interpreti straordinari come gli spagnoli Zurbaran, Ribera e Murillo rimasero fedeli all’iconografia concepita da Annibale Carracci mentre i pittori della sua cerchia fra cui Francesco Albani e Domenichino lo resero popolare in Italia.

Ma la fama di Carracci non fu sufficiente a salvaguardare la Cappella Herrera.

Dalla seconda metà del 700 parallelamente al declino politico della Spagna la comunità iberica si andò rarefacendo e iniziò il degrado della Chiesa che agli inizi dell’Ottocento quasi in rovina fu chiusa a culto per essere poi in parte smantellata.

Il ciclo degli affreschi riproposto ora a Palazzo Barberini riveste pertanto un eccezionale rilievo benché a causa della dispersione sia poco conosciuto

La mostra aperta nei saloni della sala marmi di palazzo Barberini ha avuto due precedenti tappe: al Museo del Prado a Madrid e al Museo National d’art de Catalunya a Barcellona.  Roma è la terza ed ultima tappa quindi una occasione interessante per conoscere un momento di grande importanza del percorso artistico di Annibale Carracci.

Mostra: Annibale Carracci, gli affreschi della Cappella Herrera

Gallerie Nazionali d’arte Antica

Palazzo Barberini

Roma Via delle Quattro Fontane 13

 17 Novembre 2022 / 5 Febbraio 2023

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