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Caos politico, balzo dello spread e Moody’s colpiscono la Borsa

Imagoeconomica

Il ritorno della pandemia in Cina, i lockdown in Europa, i dati macroeconomici di gennaio contribuiscono oggi alla seduta negativa dei listini continentali, che chiudono in ribasso, con Piazza Affari in maglia nera a causa dell’incertezza politica e del balzo dello spread. Oltreoceano l’opening bell è stonata anche per Wall Street, dopo i record degli ultimi due giorni. C’è attesa per il voto, in commissione finanze al Senato, sulla nomina di Janet Yellen come capo del Tesoro. Si tratta infatti del primo banco di prova sul sostegno bipartisan all’ambizioso piano anticrisi da 1.900 miliardi di dollari del presidente Joe Biden. 

Al rush finale Francoforte perde lo 0,23%, nonostante il balzo di Siemens (+6,2%), grazie ai risultati del primo trimestre dell’esercizio 2020-2021 superiori alle stime; Volkswagen (+2%). Cedono Parigi -0,56%; Madrid -1,07%; Londra -0,33%. 

Milano arretra dell‘1,52% e chiude a 22.088 punti zavorrata da Leonardo (-3,68%), energetici e banche. Il rischio elezioni, seppur remoto, pesa sullo spread, in rialzo del 5,25% a 124 punti base, con il tasso del Btp che balza a +0,7%. Moody’s, in un report dedicato alla crisi politica italiana e datato 21 gennaio parla di sfide “sia nel gestire l’attuale fase della pandemia che nel garantire l’iter dei fondi Ue in modo efficace e puntuale, fondamentale per migliorare il basso potenziale di crescita italiano”. L’agenzia di rating ritiene che i fondi europei continueranno a rappresentare il principale focus del governo fino alla fine della legislatura nel maggio 2023. Ma avverte che un’eventuale “incapacità da parte dell’Italia di trarre vantaggio da queste risorse per accrescere il potenziale di crescita nel lungo periodo eserciterà probabilmente pressioni al ribasso sul profilo di credito”.

Un monito che è risuonato ieri indirettamente anche nelle parole della presidente della Bce Christine Lagarde, mentre l’avvio della ripresa economica sta slittando in avanti a causa dell’attuale fase pandemica e delle necessarie restrizioni in atto. Il consiglio Bce ha ribadito l’orientamento ultra-accomodante di politica monetaria, ripetendo però che non necessariamente acquisterà l’importo massimo stanziato per il programma Pepp per far fronte alla pandemia, un atteggiamento giudicato da alcuni osservatori meno dovish del previsto.

Pesano inoltre i dati macroeconomici, specchio dell’attuale situazione epidemica. A gennaio l’indice composito dell’Eurozona scende a 47,5 punti da 49,1 di dicembre. Nel dettaglio, l’indice Pmi manifatturiero resta oltre quota 50, il limite che separa espansione e contrazione, ma arretra comunque a 54,7 punti da 55,2 di dicembre. Quello dei servizi però resta sotto la linea del Piave a 45 punti da 46,4 precedente. Sono numeri che evidenziano come l’industria dei servizi, dominante nel blocco, sia duramente colpita dalle restrizioni, con l’ospitalità e i luoghi di intrattenimento costretti a rimanere chiusi, mentre la produzione resta forte poiché le fabbriche sono in gran parte aperte. Nel Regno Unito d’altra parte le vendite al dettaglio sono rimbalzate debolmente a dicembre, segnando il peggior anno mai registrato, mentre il debito pubblico è salito al massimo dal 1962.

Sul mercato valutario l’euro-dollaro è poco mosso con il cambio in area 1,218. Fra le materie prime arretra il petrolio e il Brent tratta in ribasso dell‘1,16%, a 55,45 dollari al barile. Per il secondo giorno di seguito i titoli energetici sono fra i peggiori del Ftse Mib: Saipem -3,59%; Tenaris -3,47%; Eni -1,45%.

Anche Leonardo è di nuovo in picchiata e secondo Mediobanca Securities, “la ripresa della produzione di A320 da parte di Airbus più bassa delle attese rappresenta una notizia negativa per la società che costruisce alcune componenti per l’A321 a Nola vicino Napoli insieme a parti dell’A380”.

Cedono Pirelli e -3,16% e Stellantis -2,98%. Banche in profondo rosso con Unicredit -3,2%; Banco Bpm -2,82%; Bper -2,75%. In controtendenza galleggia Mediobanca (+0,08%), una delle quattro blue chip con il segno più davanti. Le altre sono Inwit +1,41%; Diasorin +0,75%; Recordati +0,66%.

Fuori dal paniere principale non si rianima Autogrill, -3,81%, che ieri ha perso il 13% dopo l’annuncio dell’aumento dell’aumento di capitale fino a 600 milioni. Kepler Cheuvreux ha tagliato il prezzo obiettivo sul titolo a 4,1 euro da 5.

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