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Canone tv, protesta degli albergatori: solo il 18% degli affitti brevi paga

FIRSTonline

Canone tv, gli albergatori protestano: noi paghiamo, mentre invece la stragrande maggioranza degli appartamenti destinati agli affitti brevi evade. Quindi la sollecitazione al governo: pagare meno, ma pagare tutti con il contrasto all’evasione.

Canone tv: continua la guerra tra hotel e affitti brevi

In pratica continua la guerra tra albergatori e appartamenti destinati ad affitti brevi. Questa volta nel mirino il canone speciale Rai cui sono tenuti tutti coloro che detengono apparecchi radiotelevisivi al di fuori dell’ambito familiare: le strutture ricettive, i pubblici esercizi, i circoli, le associazioni, le sedi di partiti politici, gli istituti religiosi, gli studi professionali, i negozi, etc.

La Federalberghi, l’associazione degli albergatori, esamina i bilanci della concessionaria del servizio pubblico: Il gettito complessivo del canone speciale era di circa 61 milioni di euro nel 2010, quando il fenomeno degli affitti brevi era agli albori, ed è stato pari a circa 79 milioni di euro nel 2023. E Federalberghi arriva a queste considerazioni: “anche se si ipotizzasse che l’incremento di gettito registrato nel periodo 2010 – 2023 (circa 17,9 milioni di euro) sia interamente imputabile alle locazioni brevi (ipotesi peraltro improbabile, in quanto in parallelo si sono sviluppate anche altre attività soggette all’obbligo), e che nessun appartamento abbia più di un televisore, applicando la tariffa minima (euro 203,70 annui) si potrebbe stimare che il canone speciale è stato versato al massimo da 88.000 appartamenti“. 

Federalberghi: solo il 18% degli affitti brevi paga il canone tv

Ma ecco il punto: attualmente sono più di 480.000 gli alloggi italiani destinati agli affitti brevi in cui è presente almeno un televisore, secondo un monitoraggio svolto proprio questo  mese di agosto  da due istituti di ricerca indipendenti, la statunitense Inside Airbnb e l’italiana Incipit consulting, su incarico del Centro studi di Federalberghi. Ergo: “nella migliore delle ipotesi, solo il 18,3% degli appartamenti che hanno un televisore (88.000 su 480.000) pagano il canone speciale. L’evasione può essere quindi stimata in almeno 80 milioni di euro all’anno”.

Agli albergatori la questione non va giù, e fanno notare che loro “pagano in media più di 1.000 euro per anno e in alcuni casi arrivano a pagarne quasi 7.000″. Ed ecco allora la proposta, che fa perno sul contrasto all’evasione e sui proventi che ne derivano, da destinare a una “riduzione tariffaria generalizzata, in favore di tutti i soggetti tenuti al pagamento del canone speciale”, di cui beneficerebbero sia le imprese turistiche tradizionali sia coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza. 

In conclusione: “pagare meno, pagare tutti”. E del resto, Federalberghi non manca di far notare che per le utenze domestiche si è proceduto con riduzione del canone a partire dal 2015 per un taglio complessivo del 38%.  E dunque anche gli albergatori sollecitano un taglio al canone speciale Rai.

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