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Canone Rai: resta nella bolletta elettrica ma il caro-energia fa aumentare il rischio di morosità

FIRSTonline

Lo scorso 1° settembre, poche settimane prima delle elezioni, FIRSTonline aveva titolato un articolo: “Canone Rai nel caos, dal 2023 non potrà più essere riscosso in bolletta elettrica ma allora come si farà?”. L’argomento è rimasto nell’agenda sospesa del Governo appena insediato fino a quando, la scorsa settimana, dopo una lettera firmata da tutte le sigle sindacali Rai (compresi i dirigenti e i giornalisti) dove si chiedeva un incontro urgente al ministro Giancarlo Giorgetti, azionista di maggioranza Rai, il problema si è clamorosamente riaperto. Per tutta risposta, poco dopo, è stata diffusa una nota del MEF:

“Le voci di un’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica non risultano, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondate. La milestone Pnrr trova il suo fondamento nell’esigenza di tutela della concorrenza del mercato dell’energia elettrica e si basa sulle proposte Agcm, la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell’energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali. Requisito che risulta soddisfatto”. 

Fonte: nota del ministro Giorgetti del 14 novembre

Canone Rai in bolletta: la Ue interviene, la Rai si preoccupa

Riassumiamo i termini della questione. Il 17 febbraio 2021 viene reso noto il documento della Commissione Europea dal titolo European Barriers In Retail Energy Markets dove si evidenzia che “The project thereby aims to support the European Commission and Member States in developing policy and implementing actions to reduce barriers”. Già dalle prime pagine del documento risulta evidente dove si intende agire: “Key barriers specific to Italy – Obbligation to collect tarifs unrelated to Energy on behalf of others”.  Di questo documento non risultano tracce fin quando emerge il riferimento al canone Rai in un articolo pubblicato dal quotidiano Il Messaggero a maggio dello scorso anno, in pieno governo Draghi. È importante osservare che il testo citato non contiene alcun riferimento specifico alla “tassa più odiata dagli italiani” come spesso viene definito il canone Rai a tal punto che, da noi interpellato, un autorevole esperto dell’argomento suggerisce che la “notazione” sia stata inserita da una “manina” fortemente interessata. Ma quale è, in cosa consiste, questo interesse? Semplice: in un quadro in cui la bolletta energetica pesa in modo rilevante nella tasche degli italiani, alleggerirla dei 90 Euro dovuti alla Rai può contribuire a renderla relativamente più accettabile.  

Ecco che arriviamo ai giorni nostri. Viale Mazzini era (e forse ancora è) fortemente preoccupata per come potrebbe evolvere il problema. Fino a poco prima della nota del MEF nessuno era in grado di dire in che modo sarebbe stato riscosso il canone a partire già dal prossimo anno perché, come pure hanno scritto i sindacati “ … la determina del precedente Esecutivo, a seguito di una specifica deliberazione del Parlamento, ha indicato la riscossione del Canone in bolletta elettrica fra gli oneri impropri la cui permanenza non sarà più consentita a far data dal 1° gennaio 2023. Questa decisone, vista anche la vicinanza temporale con la scadenza del 31 dicembre 2022, oltre a provocare un clima di profonda incertezza relativamente alle modalità di finanziamento del Servizio Pubblico Radiotelevisivo, rischia di avere un impatto dirompente sul futuro stesso della RAI”.

Lo stesso AD Carlo Fuortes aveva da tempo sollevato il problema alla precedente Vigilanza Rai quando ha chiesto ai parlamentari di sapere quali fossero i loro orientamenti senza ricevere risposta convincente. Quindi, fino alla scorsa settimana, il problema appariva del tutto irrisolto con un sospiro di sollievo degli amministratori di Viale Mazzini.

Canone Rai in bolletta sì o no?

Ma il problema canone Rai è risolto o solo rinviato, come era facile supporre e come pure abbiamo ipotizzato nell’articolo citato? I termini sono chiari: si tratta di immaginare un nuovo modello di finanziamento del Servizio pubblico in sostituzione del canone come vorrebbe una componente fondamentale del Governo di Giorgia Meloni ovvero la Lega di Matteo Salvini oppure di lasciarlo così com’è con eventuali aggiustamenti (vedi extra gettito)? Ancora oggi si legge una dichiarazione del Ministro delle infrastrutture: “Togliere il canone Rai? Assolutamente sì”.  Non è ancora noto e chiaro su come si potrebbe/vorrebbe sostituire il canone necessario a sostenere il Servizio Pubblico ma, tant’è che  si  tratta di una cosiddetta “proposizione identitaria” del nuovo governo necessaria a mantenere elevata l’asticella del consenso elettorale. 

Nel merito del problema, la nota del ministro Giorgetti (nota bene: diramata durante la sua missione al G20 in Indonesia) chiarisce fino ad un certo punto: si fa riferimento ad una osservazione dell’Autorità Garante nella Concorrenza e Mercato riferita ad un aspetto complementare: il fatto che “…che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali”. Cioè che in bolletta risultasse del tutto chiara la composizione degli oneri dovuti. Quindi un mero problema di comunicazione facilmente intellegibile per chi deve pagare e non tocca il nodo della “barriera alla concorrenza” come evidenziato del documento della Commissione di Bruxelles. Peraltro, per quanto è stato possibile verificare, l’osservazione dell’ AGCM risale all’ottobre del 2015 (Governo Renzi,  artefice dell’introduzione della nuova norma di riscossione del canone) e si legge testualmente che l’Autorità “… rileva l’opportunità che tale norma sia accompagnata da adeguate garanzie informative a favore degli utenti finali”. Quindi “opportunità” e non obbligo e pur sempre riferita alla chiarezza esplicativa sulla composizione delle voci in bolletta. 

Canone Rai in bolletta: il caro energia e il problema dei morosi

In buona sostanza, i sonni  degli amministratori Rai potrebbero non essere del tutto tranquilli per almeno tre buoni motivi. Il rinvio della partita non significa vittoria sulla certezza della risorsa canone: il punto di vista di Salvini potrebbe non essere lo stesso di Giorgetti per le “diverse” sensibilità che si avvertono sull’argomento. Tanto per essere chiari e riferirci ad un’altra parte interessata al problema: a Mediaset,  diretto concorrente Rai, conviene o meno che alla Rai si tolga il canone e, di conseguenza, sia costretta a ricercare maggiori risorse sul mercato della pubblicità sempre più ristretto? Forse no.

Un secondo motivo interessa un ambito più ampio: è in discussione il rinnovo del Contratto di Servizio Rai per il prossimo triennio che ci avvicinerà al rinnovo della Concessione del 2027 e l’argomento canone, ovvero risorse, sarà centrale per capire come il Servizio Pubblico potrà sostenersi posto che a qualcuno possa venire in mente di metterla all’asta. 

Infine, ci sono in ballo collegate due altre questioni: il cosiddetto “canone regionale” sul quale si vorrebbe ancorare un nuovo modello di suddivisione territoriale dell’Azienda e il cosiddetto “canone speciale” quello dovuto dalle imprese esercenti attività di commercio che, a bilancio Rai, valgono oltre 70 milioni di euro. Come noto a causa Covid per molte di queste aziende si tratta di un onere gravoso in un momento di forte crisi e recessione che potrebbe sfociare in una potenziale morosità che, a sua volta, diventare evasione.

A questo proposito necessario ricordare che proprio recentemente l’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) ha pubblicato dati secondo i quali sarebbero circa 1 milione gli utenti ai quali potrebbe essere interrotta l’erogazione di energia per morosità con oltre 500 mila nella sola Campania.  Una ricerca commissionata da Facile.it lo scorso ottobre ha rivelato che “4,7 milioni di italiani hanno saltato il pagamento di una o più bollette luce e gas negli ultimi 9 mesi. Un numero destinato ad aumentare se i prezzi continueranno a crescere…ci sono 3,3 milioni di italiani che hanno dichiarato che, in caso di ulteriori rincari, potrebbero trovarsi nell’impossibilità di far fronte alle prossime bollette energetiche”.

Difficile non tenere conto che dentro quelle cifre c’è una buona parte del canone Rai ancora non riscosso: il passo da morosi parziali ad evasori totali potrebbe essere breve. Ecco perché a Viale Mazzini ci sarebbe proprio poco da stare tranquilli.

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