Condividi

Cannabis, anche il Brasile la depenalizza per uso personale: è il Paese più popolato del mondo a farlo

La decisione del Supremo Tribunal Federal ha spiazzato persino il presidente Lula: adesso possedere fino a 40 g di sostanza non è più un reato, ma rimane passibile di sanzione amministrativa se usata in pubblico. La mappa mondiale

Cannabis, anche il Brasile la depenalizza per uso personale: è il Paese più popolato del mondo a farlo

È la droga più usata nel mondo (secondo l’Onu 230 milioni di persone la richiedono) e mentre in Italia si sta pensando persino di proibire la vendita della versione cosiddetta light, il Brasile depenalizza la cannabis per uso personale, con un limite di detenzione peraltro molto tollerante, fino a 40 grammi. Per decisione del Supremo Tribunal Federal (STF), non è più un reato detenere fino a 40 grammi di “cannabis sativa” né coltivare fino a 6 piante “femmine”, cioè quelle a più alta concentrazione di THC.

Una decisione storica, inaspettata – al punto da spiazzare persino il presidente Lula arrivato a polemizzare sostenendo che “il STF non dovrebbe occuparsi di qualsiasi cosa” – e che servirà a ridurre il numero di arresti per traffico di droga e di conseguenza ad allentare la pressione sulle carceri: secondo la legge sulle droghe del 2006, infatti, per il traffico di stupefacenti sono tuttora previste pene tra i 5 e i 20 anni di carcere, in un Paese dove i detenuti sono oltre 700.000 (terzo posto al mondo), cioè quasi il doppio dei posti realmente disponibili negli istituti penitenziari.

Le leggi sulla cannabis negli altri Paesi

Il Brasile diventa così il 19 esimo Paese del mondo, secondo un rilevamento effettuato dalle 3 Ong Release, International Drug Policy Consortium e Accountability International, a liberalizzare per lo meno parzialmente la cannabis a livello nazionale (il 35 esimo a liberalizzare qualche stupefacente), e considerando che negli Stati Uniti l’analoga decisione è stata presa solo da alcuni singoli Stati o provincie, il Paese sudamericano risulta oggi il più popolato al mondo, con i suoi oltre 200 milioni di abitanti, ad aver di fatto sdoganato l’uso personale della droga leggera. Una disciplina simile a quella introdotta in Brasile ce l’hanno ad oggi Paesi come Barbados, Repubblica Dominicana, Giamaica, Trinidad e Tobago, Lussemburgo e alcuni Stati dell’Australia, mentre in Europa sono diversi i Paesi che in qualche modo hanno iniziato a tollerare il consumo di sostanze stupefacenti e in particolare della cannabis: si va dai 5 grammi di marijuana consentiti nei Paesi Bassi fino ai 100 grammi della Spagna, ma hanno modificato le leggi anche il Portogallo, la Germania che ha recentemente liberato l’utilizzo ricreativo, e la stessa Italia, fino ad oggi, seppur con limitazioni sulla concentrazione di THC. Il Brasile ha anche concesso parecchio sulla coltivazione di piante, più della media di altri Paesi.

Cannabis: un mercato da 30 miliardi di euro, ma i governi di destra valutano la stretta

La decisione è indicativa di una tendenza globale ad andare verso una tolleranza sempre maggiore su questi temi, in particolare sulla cannabis che è largamente la sostanza più richiesta e che solo in Europa ha un mercato che vale oltre 30 miliardi di euro. Tuttavia, negli ultimi tempi ci sono anche segnali di una nuova ondata di proibizionismo: l’ascesa in diversi Paesi di governi di destra, come in Italia, sta portando a nuove valutazioni. L’Oregon ad esempio, negli Stati Uniti, ci ha ripensato: a febbraio ha deciso di penalizzare nuovamente l’utilizzo della cannabis, dopo che era stato il primo Stato Usa a liberalizzarla. Anche in Paesi come Olanda e Danimarca, che sul mercato della cannabis hanno ripensato interi quartieri di Copenaghen e Amsterdam e costruito un discusso modello turistico, stanno ora valutando nuove strette proprio per una crescita della criminalità e per una movida che finisce per infastidire i residenti.

Commenta