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Canale di Suez: anche la danese Maersk gira al largo dopo gli attacchi. Attenzione per le tensioni sui prezzi

Dopo la svizzera Msc e la tedesca Hapag-Lloyd, anche la compagnia danese dei trasporti sospende i passaggi attraverso il Mar Rosso a tempo indeterminato

Canale di Suez: anche la danese Maersk gira al largo dopo gli attacchi. Attenzione per le tensioni sui prezzi

L’azienda di trasporto merci danese Maersk, la seconda più grande al mondo, ha annunciato di aver sospeso di nuovo il transito delle proprie navi attraverso il mar Rosso. Lo aveva già fatto tra il 15 e il 27 dicembre a causa degli attacchi contro diverse navi cargo da parte degli Houthi, il gruppo ribelle yemenita. Il Mar Rosso diventa così sempre più vuoto, dopo che anche Msc e Hapag-Lloyd avevano preso la stessa decisione.

Le analoghe mosse di Msc e Hapag-Lloyd

La compagnia svizzera che fa capo a Gianluigi Aponte, aveva deciso di sospendere i viaggi attraverso il canale di Suez dopo un attacco subito dalla sua Msc United VIII il 26 dicembre in viaggio dall’Arabia Saudita al Pakistan. La rotta era stata immediatamente bloccata da Msc fino a nuovo ordine con la conseguente deviazione attorno all’Africa. La priorità della compagnia, come spiegato nella nota, è “la protezione delle vite e della sicurezza dei nostri equipaggi”. La tedesca Hapag-Lloyd invece ha sospeso la navigazione tramite il canale di Suez almeno fino al 9 gennaio, quando dovrebbe rivalutare la decisione.

L’assalto alla portacontainer nel week end

Ora è la volta della danese Maersk. A causare il temporaneo inutilizzo del canale da parte delle portacontainer è stato l’assalto del weekend. “Abbiamo preso la decisione di sospendere tutti i transiti attraverso il Mar Rosso/Golfo di Aden fino a nuovo avviso”, ha affermato la società danese in un aggiornamento inviato ai clienti ieri, spiegando anche che sull’incidente avvenuto nel weekend “è in corso un’indagine”. La situazione comunque rimane “in costante evoluzione”. Per le spedizioni per cui si ritiene utile e necessario, Maersk opterà per il ritracciamento della rotta attorno all’Africa, passando per il capo di Buona Speranza.

Alla richiesta di aiuto al momento dell’assanto avevano risposto gli Stati Uniti, presenti nella zona con la coalizione internazionale, che aveva affondato tre delle quattro imbarcazioni assalitrici. La tensione nella zona è alta, tanto che la nave da guerra iraniana Alborz è entrata nel Mar Rosso il primo gennaio, dopo essere passata dallo stretto di Bab el-Mandeb. L’Iran non ha fornito dettagli sulla missione della nave da guerra, aggiungendo che le operazioni vengono periodicamente condotte nel Mar Rosso per proteggere le rotte marittime. Secondo quanto ricostruito da Reuters, oltre 30 navi di Maersk erano attese di passaggio dal canale di Suez nei prossimi giorni, mentre altri 17 viaggi delle porta-cointener dello spedizioniere danese erano stati messi in sospeso.

I timori per il commercio mondiale

I timori per il blocco del canale di Suez vanno anche sulle ripercussioni sul commercio mondiale. Secondo Rbc Capital Markets, ogni giorno circa il 12% del commercio globale e circa 3 milioni di barili di petrolio greggio passano attraverso il Mar Rosso. Una restrizione importante del commercio attraverso la rotta potrebbe aumentare i costi, con un risveglio dell’inflazione.

L’attenzione dunque è per l’andamento dei prezzi energetici che ieri hanno avuto una seduta molto volatile. In apertura di giornata i prezzi del Brent e del Wti sono saliti fino a guadagnare anche oltre il 2%, sul timore che un estendersi del conflitto anche sulle acque internazionali avrebbe potuto provocare una restrizione dell’offerta. Poi la situazione si è ridimensionata ed entrambi gli indici hanno ripiegato: stamane il prezzo del greggio Wti è a 70,25 dollari per barile.

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