Se cercaste sul dizionario italiano la parola leggenda, trovereste numerose voci e innumerevoli esempi. Ad un certo punto però, vi imbattereste nella seguente definizione: “Fatto che trascende l’ordinario o personaggio protagonista di una vicenda eccezionale”. A questa frase, andrebbe di diritto posto tra parentesi il nome di Sir Alexander Chapman Ferguson, per tutti semplicemente Sir Alex.
Questo signore nato a Glasgow quasi 70 anni fa (li compirà il prossimo 31 dicembre) è l’unico allenatore in attività a meritarsi il titolo di leggenda. Per spiegare la sua grandezza, non servono molte parole, basta semplicemente leggere l’elenco del suo palmares: 47 trofei complessivi, di cui 10 con l’Aberdeen e 37 con il Manchester United, il club a cui ha dedicato gli ultimi 25 anni della sua vita. Ai titoli di squadra poi, vanno aggiunti quelli personali (19!), tra cui spiccano i 10 come miglior tecnico della Premier League e quello del miglior manager degli anni novanta. Oltre ai riconoscimenti calcistici, Ferguson si fregia di quello che è il più alto titolo che un suddito di sua maestà possa ricevere: il 20 luglio 1999 infatti, la regina Elisabetta II lo ha nominato Sir, nello specifico Comandante dell’Ordine dell’Impero Britannico. Insomma, senza tanti giri di parole siamo di fronte a un fenomeno, per il quale il tempo sembra non passare mai.
Ma la cosa che più sorprende di questo “eterno ragazzo”, è la capacità di adattarsi ai tempi moderni e di rinnovarsi anno dopo anno. Nell’era dell’Ipad in panchina e degli allenatori che somigliano sempre più a degli scienziati, con tanto di equipe al seguito, Ferguson continua a vincere con i suoi metodi, che evidentemente funzionano meglio di altri. Non inganni il fatto che Sir Alex abbia allenato solo una big come il Manchester United: in questi anni la concorrenza, in Inghilterra e in Europa, è aumentata vertiginosamente, eppure lo scozzese non ha mai smesso di alzare trofei. Ryan Giggs a parte (Paul Scholes si è ritirato al termine della scorsa stagione), non vi è nessun superstite dello United fondato da Ferguson, e questo significa saper rinnovare a getto continuo. Due estati fa, la proprietà americana vendette Cristiano Ronaldo, stella indiscussa del club, al Real Madrid. Sir Alex non ha battuto ciglio, ha riassemblato la squadra e l’anno scorso ha conquistato la Premier League, sfiorando inoltre la Champions, negatagli soltanto dal super Barça di Messi.
Un manager a 360°, capace di allenare sul campo e soprattutto fuori: le regole imposte da lui sono ferree, chi sbaglia paga, senza distinzione alcuna. Ne sa qualcosa David Beckham, che il 13 febbraio 2003, dopo una sconfitta in FA Cup contro l’Arsenal, si vide scagliare una scarpa nell’occhio da Ferguson, infuriato per lo scarso impegno del giocatore.
Non guardare in faccia a nessuno, per fare in modo che tutti si sentano uguali, la strategia di Sir Alex è la stessa da 25 anni. Ma nonostante tutti i record siano stati battuti (è diventato l’allenatore più longevo del Manchester United superando Matt Busby), Ferguson non ha nessuna intenzione di smettere. Sabato scorso, dopo aver vinto all’Old Trafford contro il Norwich City, lo scozzese ha dichiarato testualmente che “la voglia di continuare c’è eccome, almeno per altri 3 – 4 anni”. Un highlander in tutto e per tutto, che vuole divertirsi e divertire ancora per tanto tempo, in barba a tutti quelli che vorrebbero prendere il suo posto al “Teatro dei sogni”. E visto l’andazzo di Sir Alex, dovranno aspettare ancora parecchio.
LE SCORSE PUNTATE DI CAMPIONI:
1 Anquetil