Clarence Seedorf, il più carioca degli olandesi, come è già stato definito dai tifosi del Botafogo, è già al lavoro per esordire il prima possibile nel club bianconero. Dopo essere sbarcato a Rio de Janeiro venerdì scorso, sabato è stato accolto a braccia aperte da 17mila tifosi accorsi allo stadio Engenhão, mentre ieri è stato ufficialmente presentanto alla stampa brasiliana.
In perfetto portoghese (la moglie Luviana, del resto, è brasiliana) ha rivelato in realtà di essere sempre stato un tifoso degli storici rivali del Flamengo, “per via di Zico, il mio idolo”. Per non deludere la torcida bianconera ha però subito gettato acqua sul fuoco: “Ma queste cose sono normali, mi piaceva il Milan e ho giocato nell´Inter. Oggi sono del Botafogo, ma rispetto tutte le altre squadre”.
Cose normali appunto. Quelle che invece dovranno essere straordinarie, saranno le sue prestazioni sul campo, soprattutto dopo la partenza del Loco Abreu che, nello stesso giorno dell´arrivo dell’olandese, ha lasciato Rio de Janeiro per approdare in prestito fino a fine stagione alla Figueirense.
Nonostante l’arrivederci del Loco (tornerà al Botafogo ad inizio del prossimo anno), le aspettative a Rio de Janeiro sono altissime: i bianconeri infatti, settimi in classifica e a sette punti dalla vetta, hanno ancora tutte le carte in regola per arrivare competitivi a fine campionato. Ci sono ancora 31 partite da giocare, ma soprattutto c´è da agganciare il temibile Atletico Mineiro dell’ex compagno milanista Ronaldinho.
Un asse Milano-Rio de Janeiro, o per meglio dire Milan-Botafogo, che risale a 50 anni fa, all´epoca di un altro brasiliano che dai bianconeri brasiliani passò ai rossoneri: il celebre Amarildo che per alcuni anni, prima di trasferirsi alla Fiorentina e poi alla Roma, giocò in coppia con Altafini. E´ stato proprio Amarildo a ricevere Seedorf a Rio, dopo una corteggiamento iniziato un anno fa attraverso, neanche a farlo apposta, un altro ex brasiliano milanista, il laterale Serginho.
Seedorf, che ha firmato un biennale da 7,5 milioni di euro, ha dichiarato di essere motivato dalla nuova avventura e di non essere spaventato dalle pressioni e dalle aspettative dei tifosi: “Per tutta la carriera ho sempre giocato in squadre obbligate a vincere, fa parte dei miei obblighi” ha ricordato. E se per caso qualcuno se lo sia dimenticato, il suo palmarés (che vanta tra l´altro quattro Champions League, una Coppa intercontinentale e due Supercoppe europee) è lì per dimostrarlo. Il primo appuntamento per vederlo in campo? Probabilmente già il 22 luglio nella partita casalinga contro il Gremio.