Spettacolo Fiorentina, disastro Inter. Doveva essere la partita della consacrazione, quella che avrebbe potuto lanciare i nerazzurri verso una fuga per la vittoria, invece il cielo sopra San Siro si è tinto di viola. Ora è la squadra di Paulo Sousa a comandare la classifica, seppur in coabitazione con la stessa Inter: segnale di grande solidità, ma anche di un campionato senza padroni. Mai come quest’anno le grandi stentano e, di conseguenza, sono in tante a sognare il colpaccio.
Ad oggi è proprio la Fiorentina la rivelazione, ma è giusto ricordare anche Torino (13 punti), Sassuolo (12), persino la tanto vituperata Lazio (12), senza dimenticare la Sampdoria (dovesse battere l’Atalanta andrebbe a 13 come i granata). Esce ridimensionata l’Inter di Mancini, non tanto per la classifica (15 punti dopo 6 giornate restano un ottimo bottino) ma per le modalità della sconfitta. Perdere contro la Fiorentina ci può anche stare, l’1-4 di San Siro però è una brutta botta e rischia di demolire le certezze acquisite sin qui.
“Per noi non cambia nulla, facciamo i complimenti agli avversari e andiamo avanti – il commento di Mancini. – Ci sono partite che nascono storte, questa si è messa male subito ed è finita quando siamo rimasti in 10. Ad ogni modo noi eravamo coi piedi per terra anche prima, non ci devono interessare i commenti dall’esterno”. Colpisce la reazione british del tecnico di Jesi ma ancor più quella di Paulo Sousa, grande vincitore della serata.
“Non pensiamo allo scudetto, ci sono squadre più attrezzate di noi – il suo pensiero. – Comunque non ci tiriamo indietro, lavoriamo per provare a vincere contro chiunque”. Da ieri il calcio italiano si è accorto, forse definitivamente, di questo allenatore portoghese arrivato in sordina e capace di vincere 5 partite su 6. La sua squadra, fino a ieri, non aveva mai incantato per il gioco espresso ma questa vittoria cambia decisamente i giudizi.
Va anche detto che l’Inter ci ha messo del suo, in particolare Handanovic. Il portiere sloveno, dopo appena 4’, l’ha combinata grossa “regalando” un rigore ai viola, che Ilicic ha trasformato con freddezza. Poi è salito in cattedra Nikola Kalinic, da ieri sera ufficialmente nel cuore di tutta la tifoseria fiorentina. Il croato è stato il vero mattatore del match e non solo per la tripletta. Oltre ai gol (18’, 23’ e 76’) ha provocato l’espulsione di Miranda (31’), sancendo di fatto il successo viola già nel primo tempo.
L’Inter non è riuscita a imbastire nessun tipo di reazione, limitandosi al punto della bandiera con Icardi (60’). Non è il caso di fare drammi ma forse, dopo una simile debacle, neanche di parlare di scudetto. Se oggi i nerazzurri sono così in alto è anche per colpa delle altre big, nessuna esclusa. Ne giova il campionato, tornato apertissimo dopo anni di dominio Juve, un po’ meno la qualità complessiva del gioco. Tutti hanno problemi, tutti possono puntare al podio. Una legge non scritta che, a quanto pare, ci farà divertire fino alla fine.