La domenica è delle milanesi. D’altronde, vista la festa patronale di Sant’Ambrogio, Milan e Inter non potevano che prendersi il palcoscenico. Dovranno però “condividerlo” con Genoa e Udinese, avversari tutt’altro che rassegnati a fare da vittime sacrificali.
Sulla carta sono soprattutto i rossoneri a rischiare grosso. Alle 15 infatti se la vedranno contro i liguri di Gasperini, squadra che attualmente occupa proprio quel terzo posto tanto desiderato dalle parti di Milanello. La classifica dei rossoblu non è affatto casuale: con 8 risultati utili consecutivi (Coppa Italia a parte) meritano ampiamente la posizione ricoperta. “Sono forti, hanno battuto anche la Juve – ha ammesso Inzaghi in conferenza stampa. – Ci aggrediranno dall’inizio ma noi siamo pronti, abbiamo preparato bene la partita. Sono sereno perché è dura essere più forti di questo Milan”.
Parole forti quelle del tecnico rossonero, evidentemente fiducioso in vista del rush che lo attende da qui a Natale. Dopo il Genoa ci saranno Napoli e Roma, non proprio un finale d’anno agevole insomma ma che, numeri alla mano, potrebbe anche lanciare la squadra nelle zone nobili della classifica. “Per arrivare al terzo posto bisognerà fare qualcosa di fantastico – l’analisi di Inzaghi. – Lottare con squadre come il Napoli sarà dura ma, con queste premesse, ce la possiamo fare”.
Superpippo sembra aver finalmente trovato il bandolo della matassa. Dopo aver cambiato 13 formazioni in altrettante partite, oggi manderà in campo un Milan uguale per 9/11 a quello che, domenica scorsa, aveva battuto l’Udinese. Le uniche eccezioni sono De Jong e Montolivo, finalmente recuperati e pronti a partire dall’inizio al posto di Van Ginkel e dello squalificato Essien.
Per il resto, come detto in precedenza, formazione confermata con Diego Lopez in porta, Bonera, Rami, Mexes e Armero in difesa, Bonaventura a completare il centrocampo, Honda, Menez ed El Shaarawy in attacco. Gasperini risponderà con il solito 3-4-3 nel quale però mancherà lo squalificato Burdisso (al suo posto De Maio). Lo spauracchio si chiama Matri, ex dal dente avvelenato pronto a vendicarsi.
Alle 20.45 poi toccherà all’Inter, di scena a San Siro contro l’Udinese. Il calendario ha scelto un incrocio di sentimenti niente male per questa sfida: da una parte il debutto casalingo di Mancini (il derby, tecnicamente, era in trasferta), dall’altra il ritorno da ex di Stramaccioni. Nessuno però potrà farsi prendere dai sentimentalismi. L’Inter deve assolutamente ritrovare la vittoria che manca da oltre un mese (1-0 sulla Sampdoria del 29 ottobre), stesso discorso vale per gli ospiti, scesi pericolosamente in classifica dopo l’ottimo inizio.
“Penso sarà una bella partita – il pensiero di Mancini in conferenza stampa. – Ripartiamo dal gioco espresso a Roma, cercando però di limitare gli errori difensivi. Vediamo di crescere, poi penseremo al mercato”. Parole chiare quelle del tecnico di Jesi, di chi sta già pensando a come ricostruire il palazzo nerazzurro. “Ci aspettano tre partite importanti (le altre saranno con Chievo e Lazio, ndr), rimaniamo attaccati il più possibile al terzo posto e vediamo che succede – ha proseguito Mancini. – Io comunque ho un contratto chiaro, non sono venuto qui per sei mesi altrimenti sarei andato al mare. Sono qui per costruire una squadra vincente”.
Il popolo interista spera che il progetto cominci già da questa sera. Mancini ripartirà dal 4-3-3 con Handanovic in porta, Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus e Dodò in difesa, Guarin, Medel e Kuzmanovic a centrocampo, Palacio, Icardi e Kovacic in attacco. Si spengono così sul nascere i “casi” (sempre che si possano definire tali) relativi al croato e all’argentino: entrambi in panchina a Roma, entrambi titolari questa sera. Stramaccioni risponderà con un 4-3-2-1 in cui Di Natale avrà il compito di bucare la difesa nerazzurra.