E’ già tempo di ultima spiaggia? La domanda, pur essendo solo al 26 settembre, è più che lecita. L’anticipo di lusso della sesta giornata tra Napoli e Juventus (ore 20.45) mette di fronte due squadre in crisi, chiamate a vincere per non sprofondare in classifica. Solo 6 punti per gli azzurri di Sarri, addirittura 5 per i bianconeri di Allegri: in totale fanno 11, 4 in meno di quelli ottenuti dalla capolista Inter. Numeri impietosi, che fotografano alla perfezione le difficoltà incontrate sin qui dalle due squadre. Il match del San Paolo, da potenziale scontro diretto per le posizioni di vertice, si è trasformato così in un viatico infallibile per entrambe, una sorta di ultima chiamata per rialzare classifica e morale. “Non è così – ha glissato Allegri in conferenza stampa. – E’ ovvio che sarà una gara importante ma non è il caso di parlare di dentro o fuori. Al momento siamo indietro ma risaliremo. E a Natale vi dirò dove potremo arrivare”. Ma dicembre è ancora piuttosto lontano e in casa Juve si attendono risultati immediati. Troppo brutta la classifica attuale per essere vera, con i bianconeri al 13esimo posto, a 10 punti dall’Inter, 7 dalla Fiorentina, 4 da Milan e Lazio, 3 dalla Roma, per non parlare di tutte le altre squadre che sono davanti. Urge uno scossone il prima possibile e in questo senso il calendario non aiuta. Dopo Napoli ci sarà la Champions League, con la fondamentale sfida al Siviglia, poi, dopo il Bologna in casa (e la sosta per le nazionali), la trasferta di San Siro contro l’Inter. Ma un simile tour de force, per chi ha sprecato punti con Udinese, Chievo e Frosinone, potrebbe anche far bene alla Signora, alle prese più con problemi di concentrazione che tecnici. “L’unica cosa che conta sono i risultati, meno si parla è meglio è – il pensiero di Allegri. – Però non si possono cambiare i giudizi per un gol preso al 93’, dobbiamo essere bravi, sereni e tranquilli”.
Calma vera o apparente? Anche questa è una domanda lecita. La storia del tecnico bianconero dice che, nei tanti momenti difficili vissuti in carriera, mai si è fatto prendere da ansia e panico, è altrettanto vero però che, mai come questa volta, la crisi di risultati è arrivata del tutto inattesa. Per ora non ha senso parlare di panchina a rischio ma se l’inversione di marcia non giungerà al più presto, ecco che si apriranno scenari impensabili fino a poche settimane fa. “Sono arrivato fra lo scetticismo generale, ci sono abituato – il commento del diretto interessato. – Se faccio risultati dicono che sono bravo, altrimenti divento scarso. Le critiche fanno parte del mestiere, io devo solo lavorare e proseguire con le mie convinzioni”. Che però, complice la miriade di infortuni che riempie l’infermeria di Vinovo, non sono mai apparse del tutto chiare. Fin qui, in 7 gare ufficiali (Supercoppa compresa) si sono viste altrettante formazioni diverse, un po’ come i sistemi di gioco. Stasera, anche in virtù dell’assenza di Lichtsteiner, potrebbe rivedersi il 3-5-2 con Buffon in porta, Barzagli, Bonucci e Chiellini in difesa, Cuadrado, Lemina, Hernanes, Pogba ed Evra a centrocampo, Dybala (favorito su Zaza) e Morata in attacco. “A me ora della classifica non importa, siamo solo all’inizio – le parole di Sarri da Castel Volturno. – Sono sereno, la pressione è normale per chi fa il nostro lavoro”. Sarà, ma anche in casa Napoli c’è poco da sorridere. Il pareggio di Carpi ha cancellato i progressi mostrati contro Bruges e Lazio, a dimostrazione che gli azzurri sono ancora lontani dal salto di qualità. Anche per loro questa è una partita da non sbagliare, pena mettere a rischio l’intero progetto già a settembre. Sarri si gioca molto, ecco perché si affiderà alla certezza Jorginho mettendo da parte il “suo” Valdifiori. Per il resto 4-3-3 d’ordinanza con Reina in porta, Hyasaj, Albiol, Koulibaly e Ghoulam in difesa, Allan e Hamsik a centrocampo, Callejon, Higuain e Insigne in attacco. Circa 30 mila i biglietti venduti, che uniti agli abbonati e ai “ritardatari” dell’ultimo minuto significano 45 mila spettatori. Il San Paolo insomma, pur non essendo del tutto esaurito, farà la sua parte. Perché in fondo, crisi o non crisi, Napoli-Juventus resta sempre imperdibile.