Europa, ultima chiamata. L’annuncio vale soprattutto per le milanesi ma il discorso, in un certo senso, potrebbe riguardare anche la Roma. Tutti devono vincere, su questo non c’è dubbio: rossoneri e nerazzurri per l’Europa League, i giallorossi per la Champions. E così Udinese-Milan (ore 18) e Inter-Roma (ore 20.45) ci regaleranno un sabato al cardiopalma, aprendo di fatto la settimana cruciale del campionato. Tra martedì e giovedì prossimo avremo infatti l’infrasettimanale, poi il classico weekend calcistico: tre turni in pochi giorni, che con ogni probabilità indirizzeranno definitivamente la classifica. “La partita di Udine è fondamentale, come tutte del resto – ha ammesso Inzaghi in conferenza stampa. – Ultimamente stiamo facendo bene, ora dobbiamo dare continuità. Questa vittoria sarebbe davvero importante, per i punti e per il morale”.
Il tecnico rossonero ci crede, d’altronde gran parte dell’Europa (e, di conseguenza, del suo futuro) passa da questa giornata. Per sbancare il Friuli dell’amico Stramaccioni servirà un Milan concentrato, cinico e coraggioso, molto più, insomma, di quello visto nel derby. “E’ ora di archiviarlo – ha glissato Inzaghi. – E’ stato equilibrato, noi volevamo vincerlo ma c’erano anche gli avversari”. Superpippo confermerà gran parte di quella formazione, seppur con qualche significativa modifica. In difesa Paletta sostituirà l’infortunato Alex, ricomponendo così la linea delle precedenti gare con Abate, Mexes e Antonelli. Bonaventura tornerà a centrocampo (Poli in panchina) assieme a De Jong e Van Ginkel, mentre in attacco, oltre al rientrante Destro e all’intoccabile Menez, è ballottaggio tra Suso (favorito) e Honda. Stramaccioni replicherà con un 4-2-3-1 in cui Di Natale sarà l’unica punta, con Kone a supporto.
Alle 20.45 sarà tempo di big match. Nonostante le differenze di classifica infatti, Inter-Roma conserva sempre il suo fascino, tanto più se mette in palio punti pesanti. I nerazzurri, decimi dietro anche ai cugini rossoneri, si giocano le ultime chance di Europa League, i giallorossi, oltre al testa a testa con la Lazio (impegnata domani contro il Chievo), devono pensare al Napoli, tornato pericoloso a meno 5. “Stiamo entrando nella fase decisiva del campionato, non c’è più tempo da perdere – ha spiegato Garcia. – Prima del pareggio con l’Atalanta venivamo da buone gare, la squadra mi era piaciuta. Voglio rivedere quello spirito, l’atteggiamento di chi va in campo per vincere senza paura”.
Il tecnico francese non ha altra scelta, deve necessariamente ritrovare la vittoria. Ci proverà nonostante le solite assenze pesanti (Maicon e lo squalificato Astori), per quanto l’infermeria si sia svuotata di elementi fondamentali come Pjanic e Gervinho. Il bosniaco dovrebbe partire dalla panchina, l’ivoriano invece è pronto a scendere in campo dall’inizio assieme a Totti e Florenzi.
“Per anni è stata una partita scudetto, ora non è così ma vincere sarebbe importantissimo per l’Europa – l’analisi di Mancini. – E’ chiaro che non dipenderà solo da noi, abbiamo davanti tante squadre. Finché ci sarà speranza ci proveremo, senza però dimenticare il valore della Roma: la sua rosa, anche se ha avuto una flessione, non si discute”. Una sola assenza per il tecnico di Jesi, però pesante: Medel, ammonito nel derby, sarà squalificato. Al suo posto si rivedrà il giovane Gnoukouri, promosso contro il Milan e dunque atteso da una nuova importante chance, questa volta affiancato dai rientranti Brozovic e Guarin.
Per il resto formazione confermata, con D’Ambrosio, Ranocchia, Vidic e Juan Jesus in difesa, Hernanes sulla trequarti e la coppia Icardi-Palacio in attacco. Ancora panchina dunque per Shaqiri, passato, nel giro di tre mesi, da intoccabile a riserva. “Si sta creando un caso che non esiste – ha negato Mancini. – Può capitare a tutti di scendere di condizione ma lui ha la mia totale fiducia: lo abbiamo comprato perché crediamo possa avere un grande futuro con noi”. Quando in casa Inter, probabilmente, vedremo molte facce nuove, alcune di spessore. Quasi tutto però passa dall’Europa, dunque da questo sabato. E il discorso vale per tutti.