Nel segno di Jovetic. L’Inter vince anche contro il Carpi e il protagonista assoluto è ancora il montenegrino, autore di una doppietta che lancia la squadra in vetta a punteggio pieno, seppur in compagnia di Chievo, Torino, Sassuolo e Palermo. In attesa degli ultimi squilli di mercato (Mancini aspetta ancora tre rinforzi), il popolo nerazzurro si gode la sua nuova stella, senza la quale non sarebbe arrivata la vittoria sull’Atalanta e, molto probabilmente, nemmeno quella di ieri. “Lo abbiamo preso proprio per questo – le parole del tecnico interista. – Non è ancora al massimo della condizione, può crescere e migliorare molto ma i gol e gli assist fanno parte del suo bagaglio”. I sorrisi però finiscono qui. Da salvare infatti c’è soprattutto la vittoria e per quanto questa sia la cosa principale sarebbe lecito attendersi qualcosa di più anche sul piano del gioco. Il piccolo Carpi infatti ha tenuto testa all’Inter oltre ogni ragionevole aspettativa, dimostrando che cuore e gambe possono ovviare alle differenze economiche, quantomeno nella partita secca. “Dovevamo chiuderla prima – ha spiegato Mancini. – Ci può stare subire qualcosa in fase difensiva, ecco perché sarebbe stato meglio segnare subito il secondo gol”.
Invece i nerazzurri, dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio pur senza incantare (31’, zampata sottoporta di Jovetic su assist di Guarin), hanno avuto la colpa di lasciare in vita il Carpi. E quando le gambe hanno cominciato a cedere, ecco che lo stesso (al quale manca un rigore per un fallo di Murillo su Matos) ha guadagnato metri, finendo per trovare il clamoroso pareggio a 9 minuti dalla fine (tap in “sporco” di Di Gaudio in anticipo su Nagatomo). Ma proprio lì, con stampa e tifosi pronti al primo processo della stagione, è salito in cattedra Jovetic. La freddezza con cui ha trasformato il rigore (89’, fallo di Gabriel Silva su Guarin) è quella di chi sa fare la differenza, portando così punti pesanti anche al termine di prestazioni rivedibili. Ora la palla passa nei piedi di Fassone e Ausilio, a cui Mancini chiede un vero e proprio miracolo: quello di acquistare tre giocatori (un esterno offensivo, un centrocampista centrale e un terzino sinistro) a poche ore dal gong. “Non so se arriverà ancora qualcuno – ha sospirato il tecnico con un filo di ironia. – Manca un solo giorno alla fine del mercato e di solito, in così poco tempo, non si riesce a fare granché…”. Ogni frecciata alla società non è puramente casuale, ecco perché oggi la stessa sarà chiamata agli straordinari. Sulla lista ci sono Eder (ma la doppietta di ieri non gioca a favore dell’Inter), Lavezzi (c’è distanza soprattutto sull’ingaggio), Felipe Melo (bisogna limare le distanze col Galatasaray) e Siqueira (stesso discorso con l’Atletico Madrid). Mancini aspetterà fiducioso (?) fino alle 23, poi conoscerà con certezza il potenziale della sua rosa. E allora sì che si comincerà a fare sul serio.