Altro che terzo posto! L’Inter stecca anche in casa contro il Cesena, non andando oltre un pareggio che, classifica alla mano, sa tanto di mezza sconfitta. Dovevano tornare alla vittoria i nerazzurri, per dare credito ai proclami di Mancini (“il terzo posto non è impossibile” aveva detto sabato) e per aumentare l’autostima in vista dell’Europa League, ora più che mai unico vero obiettivo della stagione. Invece dal posticipo di San Siro è uscito solo un pari, un 1-1 in rimonta che, per l’ennesima volta, ha mostrato luci e ombre dei nerazzurri. Una squadra che lotta per la Champions (o che dice di farlo) non può sempre aver bisogno dello “schiaffo” per reagire: perché una rimonta, in fin dei conti, dev’essere un’eccezione, non una regola.
“Abbiamo giocato un primo tempo troppo sotto tono, con poca aggressività e lucidità – ha sospirato Mancini. – Nella ripresa invece c’è stata una buona reazione ma, nel complesso, non posso dire di aver visto una grande partita. Avessimo vinto saremmo andati a 9 punti dal Napoli, ora invece penso sia difficilissimo rimontare”. Il tecnico di Jesi non lo dice apertamente ma ora, probabilmente, nemmeno lui ci crede più di tanto. Nemmeno le sue parole sono riuscite a scuotere l’Inter: a suo dire doveva essere la partita della vita, in realtà il primo tempo è stato regalato al Cesena. Dopo una mezzora abbastanza soporifera, svegliata soltanto dall’infortunio di Shaqiri (al suo posto Kovacic), i romagnoli sono passati in vantaggio alla prima accelerazione: palla verticale di Carbonero, dormita della coppia Ranocchia-Andreolli e 0-1 firmato Defrel (30’).
Mani nei capelli per il Mancio che, nell’intervallo, deve avere alzato non poco i decibel con i suoi. Perché poi, ad inizio ripresa, si è vista tutta un’altra Inter. Prima un gol ingiustamente annullato a Icardi, poi il tap in vincente di Palacio su assist dello stesso Maurito (47’). In due minuti, insomma, più di quanto creato in tutto il primo tempo. Con due squadre lunghe a cercare la vittoria ne ha beneficiato lo spettacolo. I nerazzurri hanno sfiorato più volte la vittoria (clamoroso il palo di Podolski), il Cesena ha fatto lo stesso (bravissimo Handanovic a fermare Defrel, in più c’è da segnalare un netto rigore, non visto, per un fallo di Ranocchia su Carbonero). Alla fine ne è uscito un pareggio che serve poco ad entrambe: all’Inter, che dice addio ai sogni di rimonta e al Cesena, la cui strada per la salvezza resta piuttosto impervia.
Questa sera invece tocca al Milan, atteso da una partita importantissima, per non dire decisiva, sul campo della Fiorentina (ore 19). La tensione attanaglia soprattutto Inzaghi, arrivato all’ennesima ultima spiaggia della sua travagliatissima stagione. Il conto alla rovescia, comunque, è già partito: nella migliore delle ipotesi infatti Superpippo allenerà il Milan fino al 31 maggio, non un giorno di più. Al lungo elenco di pretendenti al suo posto si è aggiunto Maurizio Sarri, fin qui vera e propria sorpresa del campionato alla guida dell’Empoli. I rumors raccontano di un Berlusconi incantato dal gioco dei toscani e di un Galliani pronto a incontrare il presidente Corsi, il tutto con la benedizione di Sacchi, sempre ascoltato dalle parti di Arcore.
“Queste cose mi fanno solo ridere – ha ribattuto Inzaghi in conferenza stampa. – Mi spiace solo per i tifosi, io alle notizie false che vengono scritte ho fatto il callo. Sento l’affetto del presidente e della società, non penso possano bluffare con me”. Una presa di posizione piuttosto forte, indicativa di un nervosismo latente e ormai fuori controllo. E mentre il tecnico rossonero si barrica dietro convinzioni tutte sue, tanti colleghi sognano di prendere il suo posto. Uno di questi potrebbe essere proprio Montella, un tempo compagno di Nazionale e oggi possibile carnefice alla guida della Fiorentina. “A Vincenzo auguro il meglio ma solo da domani – ha spiegato Inzaghi in uno dei rari sorrisi della sua conferenza. – E’ stata una settimana difficile, nata male dopo il pareggio dell’ultimo minuto contro il Verona. Poi però, con il passare dei giorni, ho visto la squadra in crescita. Mi auguro di fare una bella partita anche perché poi, da martedì, torneranno a disposizione quasi tutti gli infortunati. E allora sì che avrò l’imbarazzo della scelta”.
Questa sera però non sarà così. Le assenze sono tante, specialmente in mezzo al campo: oltre agli indisponibili Montolivo e De Jong mancherà anche Poli per squalifica. In mediana toccherà a Van Ginkel, Essien e Bonaventura, a protezione di una difesa con Abate, Mexes, Paletta e Antonelli e a supporto del tridente offensivo Honda-Destro-Bonaventura. Tanti guai anche per Montella, costretto a rinunciare allo squalificato Tomovic e al fresco infortunato Pizarro. L’imminente impegno europeo contro la Roma poi potrebbe indurre il tecnico al turnover: ecco perché Salah dovrebbe partire dalla panchina.