La solita Inter. Concreta, cinica, fortunata e, soprattutto, vincente. Il successo di Torino infatti vale il primo posto in classifica, seppur in coabitazione con la Fiorentina, e questo non può più considerarsi casuale. Lo abbiamo scritto tante volte e lo ribadiamo: l’Inter non allieta per gioco e spettacolo e, probabilmente, non lo farà mai, ma tutto ciò conta poco di fronte ai risultati. Mancini ha costruito una squadra priva di fronzoli nella quale tutti sono importanti ma pochi, anzi pochissimi, indispensabili.
In questa categoria molto ristretta rientrano Handanovic, Miranda e Murillo, non a caso i nerazzurri hanno la miglior difesa del campionato, dato quasi sempre decisivo nel calcio nostrano. In fase offensiva si produce poco, è vero, però va anche detto che vanno in gol un po’ tutti. Dopo la rete di Medel di settimana scorsa, ieri è arrivata quella di Kondogbia, finalmente decisivo dopo tante partite anonime che lo avevano messo in discussione.
Dall’Olimpico è arrivata così un’altra vittoria per 1-0, la settima in appena 12 giornate, ma soprattutto la conferma che con questa Inter sarà dura per tutti. “Sono felice, avrei messo la firma per trovarmi in questa posizione a novembre – il commento di Mancini. – Siamo un bel gruppo e stiamo crescendo gara dopo gara. Credo che ci siano squadre più attrezzate di noi, dobbiamo ancora migliorare però intanto siamo lassù”.
Vincere a Torino, per quanto i granata stiano attraversando un brutto momento, non era facile e infatti non è stata certo una passeggiata. La squadra di Ventura ha creato diversi problemi ad Handanovic, bravissimo a blindare il risultato con due paratissime su Quagliarella e Belotti e salvato dalla traversa su un tiro di Benassi, ma i nerazzurri, come spesso in quest’inizio di stagione, sono stati più concreti. Decisivo, come raccontato in precedenza, il gol di Kondogbia al 31: bella girata su assist di Nagatomo e critiche rispedite ai mittenti.
Il francese, pagato 30 milioni più bonus, era atteso da tempo e ieri, forse, ha finalmente trovato la fiducia necessaria per esplodere. Per il resto Inter molto tattica e grintosa, non a caso emergono difensori e centrocampisti mentre gli attaccanti continuano a fare fatica. Icardi e Palacio hanno girato a vuoto per gran parte del match, prima che il tecnico li sostituisse con Perisic e Ljajic. “Non c’è nessun caso, ho tolto Mauro per scelta tattica – ha spiegato Mancini. – Lui deve stare tranquillo, alla fine sarà quello che segnerà più di tutti”.
Solo il tempo dirà se i fatti andranno realmente così, intanto però l’Inter si gode il primato in classifica, indubbiamente la cosa che conta di più.