Le 10 giornate di Milano. Qualcuno ha già ribattezzato così il finale di stagione di Milan e Inter, forse nel tentativo di tenere viva l’attenzione sul presente, in un momento in cui tutti sembrano solo pensare al futuro. Su entrambe le sponde del Naviglio infatti si tende già a concentrarsi sulla prossima stagione, quasi dando per scontato che questa non possa più portare a nulla. In casa rossonera poi c’è fibrillazione totale, “colpa” delle voci (fondate) che vedrebbero imminente la cessione della società ad Oriente.
In questo momento il Milan è conteso tra la Thailandia e la Cina. Da una parte Bee Taechaubol, forte di un pressing cominciato prima che lo porterebbe ad avere subito il 30% (si parla di 250 milioni) con opzione d’acquisto del 51%, dall’altra Richard Lee, uomo d’affari di Honk Kong (ricevuto ad Arcore giovedì sera) interessato direttamente al 75%. In entrambi i casi, è bene chiarirlo, si tratta di intermediari: alle loro spalle infatti ci sono cordate di imprenditori sulle quali, almeno per ora, aleggia mistero. Alcuni rumors parlano di Wang Jianlin, presidente di Wanda Group (proprietario di Infront e del 20% dell’Atletico Madrid), altri di Zong Qinghou (presidente di Wahaha, colosso delle bevande), altri ancora di Poe Qui Ying Wansuo, più noto come Mr. Pink. In tutto questo bailamme di nomi sembra esserci una sola certezza: l’era Berlusconi è agli sgoccioli.
Difficile che le notizie lascino indifferenti squadra e allenatore, già di per sé in difficoltà. Il dovere di chiudere al meglio la stagione resta anche se, classifica alla mano, l’obiettivo Europa League (attualmente distante 9 punti) è quasi irraggiungibile. Le ultime chance passano da Palermo (ore 15), dove un Milan un po’ meno rimaneggiato del solito (la sosta ha riabilitato Bonaventura, De Sciglio, Zapata e Rami) cercherà un successo esterno che manca addirittura dallo scorso 19 ottobre. “In questi giorni abbiamo lavorato bene, ora dobbiamo dare seguito alla vittoria contro il Cagliari – le parole di Inzaghi. – Vorrei rivedere i progressi delle ultime partite, andremo a Palermo per vincere. Le voci sulla società non mi turbano, penso solo alla squadra e al campo”. Al Barbera sarà ancora 4-3-3, con Diego Lopez in porta, Abate, Paletta, Mexes e Antonelli in difesa, Van Ginkel, De Jong e Poli a centrocampo, Bonaventura (favorito su Cerci, Suso e Honda), Destro e Menez in attacco. Nemmeno convocato Muntari: il ghanese infatti, dopo aver appreso da Galliani che non gli verrà rinnovato il contratto, ha chiesto di restare ai margini della rosa fino al termine della stagione e la società lo ha accontentato. Iachini risponderà con il solito 4-3-1-2 in cui Vazquez, Dybala e Belotti promettono battaglia.
Nessuna incertezza societaria invece in casa Inter ma tanti progetti futuri, legati, ovviamente, a Roberto Mancini. Al mercato estivo mancano ancora più di due mesi ma il mondo nerazzurro sembra pensare solo a quello: dai possibili acquisti (Yaya Tourè e Dybala su tutti) alle cessioni (Icardi, Kovacic e Handanovic fanno gola a tanti). In tutto questo la partita di San Siro contro il Parma (ore 15) rischia di passare in secondo piano, nonostante rappresenti l’ultima spiaggia per i sogni europei. “Per me abbiamo ancora il 60% di possibilità – ha spiegato Mancini. – Tutti dobbiamo cercare di fare il nostro meglio, me compreso. Capisco la delusione dei tifosi ma credo che la squadra sia migliorata molto, nonostante i risultati. Quella contro il Parma è una di quelle gare in cui c’è tutto da perdere, o la sblocchi subito o diventa difficile”. L’idea dunque è di partire forte per cercare il gol, anche se i nerazzurri dovranno fare a meno del capocannoniere Icardi, squalificato assieme a Vidic. Al posto dell’argentino dovrebbe esserci Podolski, mentre l’altra novità riguarda la difesa con il debutto di Felipe (svincolatosi proprio dal Parma) e il conseguente slittamento di Juan Jesus sulla fascia sinistra. Per il resto formazione tipo con Guarin, Medel e Brozovic a centrocampo, Shaqiri e Palacio in attacco. Tanti guai, come al solito del resto, per il Parma di Donadoni, che tenterà comunque di salvare la faccia affidandosi al tridente Varela-Coda-Belfodil.