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CAMPIONATO SERIE A – La Roma non molla e regola il Milan due a zero

Tutto come da copione. L’anticipo di lusso della 35° giornata va alla Roma, che nella notte dell’Olimpico ribadisce la sua superiorità sul Milan, proprio come dimostrano i 34 punti che separano le due squadre in classifica. I giallorossi non mollano ancora il sogno scudetto e anche se questo quasi certamente rimarrà tale ottengono una piccola vittoria: la Juve dovrà rimandare la festa alla prossima settimana. “Attenzione al Sassuolo – ha ammonito Garcia in conferenza stampa. – Per i bianconeri sarà difficile perché hanno giocato a Lisbona e giovedì prossimo dovranno lottare per la qualificazione”.

Insomma, la carica non manca sulla sponda romanista della Capitale, d’altronde non potrebbe essere altrimenti. Con quella di ieri le vittorie consecutive diventano nove, numeri da titolo se non fosse che chi sta davanti è riuscito addirittura a fare di meglio. Indipendentemente dalla classifica però la Roma può gioire della sua grande stagione e programmare al meglio la prossima, a cominciare dai rinnovi contrattuali di Garcia e di Pjanic. Il primo è il grande artefice, assieme a Sabatini, della rinascita giallorossa, il secondo è un meraviglioso centrocampista finalmente sbocciato dopo due anni un po’ così.

E’ suo il gol che ha sbloccato la partita sul finire del primo tempo, una vera e propria perla che ha annichilito la difesa del Milan, mettendo ancora una volta a nudo tutti i suoi limiti. I rossoneri ci hanno anche provato a rovinare la festa dell’Olimpico, ma la differenza complessiva è apparsa in tutta la sua grandezza. Questione mentale, ma anche tecnica. Impossibile paragonare la scintillante mediana giallorossa (De Rossi, Nainggolan e Pjanic) al triste duo milanista (Montolivo-Muntari, poi sostituito da Essien). Stesso discorso vale per il reparto avanzato: da una parte i tagli assassini di Gervinho e Ljajic, sapientemente innescati da Totti, dall’altra la pochezza di Honda, il solismo di Taarabt, il vorrei ma non posso di Kakà, l’apatia di Balotelli. Ecco, il simbolo della resa rossonera è proprio Mario, incapace di reagire positivamente al clima ostile dell’Olimpico, notato solo per i soliti “vaffa” ai compagni e per un battibecco con Seedorf al momento della sostituzione con Pazzini. “Con lui non c’è nessun problema, abbiamo già parlato – ha spiegato Seedorf. – Però davanti siamo stati troppo timidi, dobbiamo giocare con più convinzione”. Quella che ci ha messo la Roma, capace di gestire la gara a suo piacimento. Diverse le occasioni create, due le fiammate decisive ai fini del 2-0 finale. La prima, come detto in precedenza, di Pjanic, spettacolare nel dribblare Montolivo e Rami come birilli e battere l’incolpevole Abbiati. Che diventa un po’ più colpevole al 65’ quando respinge goffamente un tiro di Totti, servendo il più comodo degli assist all’inarrestabile Gervinho. Sarebbe fuorigioco, ma è inutile protestare. La sconfitta fa male al Milan, ora costretto a tifare contro Inter, Parma e Torino, ma anche Lazio e Verona. L’Europa League torna ad essere un po’ più sfuocata e solo un successo nel derby di domenica prossima potrebbe riportarla a tiro. 

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