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CAMPIONATO SERIE A – La Juve stende anche la Lazio e ipoteca lo scudetto

Non ce n’è per nessuno. La Juventus in versione campionato dimostra, ancora una volta, di essere nettamente superiore a qualsiasi avversario. Anche alla lanciatissima Lazio, costretta a dire addio al record di vittorie di Eriksson (9 nel 1998/99) e, forse, al secondo posto. Se oggi la Roma dovesse battere l’Atalanta , i biancocelesti tornerebbero dietro in classifica, peraltro col rischio di essere avvicinati da Napoli (impegnato nella trasferta di Cagliari) e Fiorentina (domani contro il Verona). Ma questi non sono problemi che toccano la Vecchia Signora, il cui unico avversario per lo scudetto è la matematica.

Ormai è ora di fare i conti visto che questa sera, nella peggiore delle ipotesi, il distacco dalla seconda sarà di 13 punti. A 7 giornate dalla fine vuol dire che mancano solo 3 vittorie, dopodichè sarà festa grande. “Sono contento per quello che stanno facendo i ragazzi e non parlo solo di questa partita – i complimenti di Allegri. – La Lazio stava molto bene fisicamente, non era facile batterla ma noi abbiamo mostrato grande maturità. Vincere era davvero importante, ci siamo avvicinati molto allo scudetto”. Doveva essere una partita equilibrata, nella quale la Juve avrebbe potuto soffrire la stanchezza post Champions, a fronte della maggior freschezza della Lazio.

Invece i bianconeri l’hanno fatta loro fin da subito, peraltro con grande scaltrezza. Niente aggressione totale ai biancocelesti, bensì tenuta del campo e ripartenze fulminee. E così la squadra di Pioli, dopo essersi ingolosita, è stata messa ko in meno di mezzora. Al 17’ Vidal ha visto il movimento di Tevez e l’ha servito in profondità: l’Apache ha bruciato Mauricio sul filo del fuorigioco, poi ha battuto Marchetti con un sinistro potente e preciso. Gol pesantissimo per lui, il 18esimo di questo suo grande campionato: che sia uno degli ultimi prima di salutare Torino e tornare a Buenos Aires? A sentire il presidente del Boca Juniors sembrerebbe così (“Carlos sta risolvendo il contratto con la Juve”), le parole di Marotta invece (“avere nostalgia non significa andarsene prima della scadenza”) fanno pensare il contrario. Ad ogni modo l’argentino resterà almeno fino a giugno e i compagni non potranno che beneficiarne.

Ieri, per esempio, è successo a Bonucci. Il difensore ha preso palla nella propria metà campo e si è avvicinato indisturbato verso l’area laziale: le punte bianconere si sono allargate portandosi via gli avversari e Leonardo ha potuto battere Marchetti per la seconda volta (28’). Il match, di fatto, è finito lì. Nel secondo tempo infatti la Lazio ha tentato di riaprirlo ma, punizione di Candreva e tiro di Felipe Anderson a parte, non ha mai spaventato davvero Buffon. “Potevamo evitarci quelle distrazioni, abbiamo vanificato una buona gara – l’analisi di Pioli. – Di fronte abbiamo trovato una Juventus molto cinica, d’altronde non era immaginabile dominare a Torino.

Questa sconfitta fa parte del nostro percorso”. Archiviato il big match, in casa Juve è già tempo di pensare alla Champions. Mercoledì, al Louis II di Montecarlo, i bianconeri si giocheranno l’accesso alle semifinali: traguardo quasi impensabile a inizio stagione ma alla portata oggi, anche alla luce di un Monaco non irresistibile (ieri il Rennes l’ha fermato sull’1-1). E di una classifica che, ora più di prima, permetterà ad Allegri di pensare quasi esclusivamente alla Champions.

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