AAA cercasi vera Inter. Che rialzi la testa e, soprattutto, dia risposte per il futuro. Perché dopo gli ultimi deludenti risultati sono tutti sotto esame, Mancini a parte. Il tecnico infatti gode di totale fiducia da parte della proprietà, ecco perché la sua sfuriata post Parma (“faremo una rivoluzione”) ha fatto drizzare le antenne a molti giocatori.
In queste ultime 9 partite, a cominciare da quella di stasera contro il Verona (ore 20.45), i nerazzurri non si giocheranno solo un piazzamento Europa League (peraltro difficilissimo da centrare) bensì il futuro nel club. “E’ normale arrabbiarsi quando non arrivano i risultati, ecco perché, pur restando dentro certi limiti, sono stato più duro del solito – ha spiegato Mancini in conferenza stampa. – Anche Thohir lo ha fatto, nonostante sia sempre positivo con me e la squadra. Comunque non cambieremo 25 giocatori, quando ho parlato di rivoluzione l’ho fatto in generale. E in ogni caso io resterò qui, condivido il progetto e le ambizioni della società”.
Parziale marcia indietro insomma, ma solo per i media. Che in settimana si sono scatenati ipotizzando nomi per il futuro: Yayà Tourè, Dybala e Pedro i più eclatanti, ma anche Cech, Filipe Luis e tanti altri ancora… Difficile che l’Inter possa realmente permettersi una simile campagna acquisti senza cessioni illustri, ecco perché, da adesso in poi, tutti vivranno una sorta di casting sotto gli occhi esperti del Mancio.
Su tutti Kovacic, intoccabile fino a qualche tempo fa e ora retrocesso di grado dopo le tante (troppe?) prove poco convincenti. “Su di lui riponiamo una fiducia enorme, le qualità ci sono ma ora è arrivato il momento di tirarle fuori – l’ultimatum del tecnico di Jesi. – Sappiamo quanto vale, ha tempo e modo di dimostrarlo”.
Sarà un caso ma l’ultima vittoria dell’Inter risale proprio all’ultima bella partita del croato: era il 22 febbraio scorso (1-2 a Cagliari) e la squadra sembrava poter chiudere la stagione alla grande. In 47 giorni invece è crollato tutto e ora c’è il rischio concreto di sprofondare ulteriormente.
“Se facessimo bene, da qui alla fine, qualcosa potremmo anche salvare” ha proseguito Mancini, nel tentativo di infondere stimoli per il rush finale a un gruppo apparso triste e svuotato. Si parte dal Bentegodi e dall’Hellas di Mandorlini, avversario relativamente tranquillo (a + 11 sulla zona retrocessione) e dunque indecifrabile, per quanto potenziato da un Toni in forma stellare.
L’Inter lo affronterà con il solito 4-3-1-2 in cui si rivedrà la coppia titolare Palacio-Icardi (quest’ultimo rientrante dopo la squalifica), il trio Guarin-Medel-Brozovic a centrocampo (tutti diffidati e a rischio derby di settimana prossima) e una linea difensiva con Santon, Ranocchia, Juan Jesus e D’Ambrosio (possibile anche l’inserimento di Vidic con il brasiliano a scalare in fascia). “Per me è un onore guidare un club come l’Inter, farò di tutto per riportarlo in alto” ha fatto sapere Thohir attraverso una radio indonesiana. Resta solo da capire quali di questi giocatori faranno parte del progetto.