La fine di un’era. Quella di Inzaghi, giunto al capolinea dopo 13 anni di Milan, ma anche, se non soprattutto, di Berlusconi, sempre più vicino alla cessione del club. Mercoledì disastroso per il Diavolo, sconfitto anche dal Genoa e ormai lontanissimo da qualsiasi ambizione europea, oltre che contestato dal (poco) pubblico di San Siro, ormai rassegnato al fallimento di una stagione. Una debacle totale quella dei rossoneri, del tutto incapaci di reagire alla figuraccia di Udine: e così il Genoa, motivatissimo dalla situazione di classifica, ha avuto vita facile nel trovare i tre punti nel tempio milanese, peraltro attesa da ben 53 anni. Successo meritatissimo per i rossoblu, senza se e senza ma: ecco perché, ora più che mai, la panchina di Inzaghi è appesa a un filo.
“La società rifletterà e prenderà la decisione migliore, io comunque non mollo – ha dichiarato il tecnico subito dopo il match. – Andrò in giro a testa alta, non ho rimpianti perché ho sempre dato tutto. Mi dispiace solo che non sia bastato”. Parole d’addio, perché anche lui si rende conto della gravità della situazione. Il Milan gli è semplicemente sfuggito di mano, punto e basta. Non a caso la società ha già allertato Brocchi, allenatore della Primavera, nel tentativo di chiudere la stagione con la dignità mancata nelle ultime partite. Per ora Inzaghi resta al comando, ma il ribaltone potrebbe arrivare da un momento all’altro.
D’altronde la squadra ha alzato bandiera bianca, come si è visto sin dai primi minuti del match di ieri. Dopo tante occasioni, sventate da un grande Diego Lopez, il Genoa è passato in vantaggio con Bertolacci, autore di un’azione personale in mezzo alle belle statuine rossonere (37’). Reazione del Milan? Macché. I rossoblu hanno continuato a fare la partita e a inizio ripresa hanno trovato il raddoppio: tiro di Tino Costa e deviazione di Niang, ironia della sorte di proprietà del rossonera. Il gol di Mexes (66’) è stato solo un rigurgito d’orgoglio, perché i padroni di casa non hanno dato mai la sensazione di poter tornare in partita. La terza rete del Genoa (Iago Falque su rigore al 93’) è servita solo per arrotondare una vittoria già chiusa, valida per una seria candidatura alla prossima Europa League.
Mentre il Milan veniva umiliato, Silvio Berlusconi incontrava Bee Taechaubol. Un meeting durato 4 ore, al quale hanno partecipato anche i rappresentanti di Ads Security, banca di Abu Dhabi, il finanziere Pablo Victor Dana e l’ad Barbara. Mr Bee ha presentato la sua offerta: 500 milioni per il 51% del club. Berlusconi si è preso una notte per decidere il da farsi e oggi, con ogni probabilità, darà una risposta ufficiale. Il tutto in attesa del rilancio di Richard Lee, intermediario della cordata cinese, secondo i più favorita in virtù di un’offerta da 600 milioni, in cambio del 60%.