Una beffa che apre la crisi. Contro il Frosinone ultimo in classifica, fino a ieri tristemente a 0 punti, la Juventus non va oltre il pareggio e poco importa che lo stesso sia arrivato solo in pieno recupero. Quella dello Stadium era una partita da vincere a tutti i costi, senza se e senza ma. Ora la classifica piange davvero (l’Inter capolista è a 10 punti) e questo non si può spiegare solo con la sfortuna.
Certo, la dea bendata sembra aver perso di vista Torino, resta però la sensazione di una Juve scarica, lontanissima dalla versione furiosa ammirata nelle ultime 4 stagioni. Quelle in cui, tanto per fare un esempio, le partite casalinghe erano spesso una formalità, mentre ora lo Stadium è ancora a secco di vittorie. I 5 punti raccolti sin qui, in altrettante partite, segnano un distacco netto col passato, tanto che lo scudetto, pur essendo solo a settembre, appare quasi come un miraggio.
“Più che arrabbiato sono dispiaciuto – il pensiero di Allegri. – Però sono abbastanza lucido da pensare che è stato giusto subire gol così. La gestione dei momenti non va bene, continuiamo a forzare le giocate e a lasciare punti per strada. Non si può concedere un calcio d’angolo al 92’, queste situazioni rischi di pagarle”.
E’ successo proprio questo alla Signora, al termine di un match dominato a livello di tiri in porta (25 a 2) e possesso palla (69%), eppure mai chiuso davvero. E così, in una stagione evidentemente nata storta, si finisce per pareggiare anche contro chi, con rispetto parlando, non pensava nemmeno di poterlo fare. Questa volta non è il caso di scagliarsi contro Allegri, il cui turnover, con Napoli e Siviglia alle porte, era lecito e doveroso.
La Juventus avrebbe dovuto chiudere prima la partita, punto e basta. Invece, dopo aver trovato il vantaggio con Zaza (50’), i bianconeri hanno giocato senza la cattiveria necessaria, tenendo aperti tutti gli scenari fino alla fine. La sfortuna centra fino a un certo punto: se è vero che i campioni d’Italia vantano due traverse (Pogba e Zaza), è altrettanto vero che il Frosinone, nell’unica sortita offensiva, ha colpito un palo (Castillo) e recriminato un rigore per un braccio di Barzagli che, replay alla mano, poteva tranquillamente starci.
E così il pubblico bianconero, dopo la sconfitta con l’Udinese e il pareggio contro il Chievo, ha dovuto incassare un’altra delusione: al 92’ infatti Blanchard, ironia della sorte juventino fino al midollo (“nella finale di Berlino ero in curva con gli ultras” la rivelazione dopo la partita), ha battuto Neto sugli sviluppi di un calcio d’angolo.
“E’ questione di esperienza, ci serve ancora tempo per crescere” la giustificazione di Allegri, che però convince fino a un certo punto. Ritrovarsi nella parte destra della classifica, a – 10 dall’Inter capolista, è uno scenario che nessuno, nemmeno lui, avrebbe potuto neanche immaginare solo un mese fa. E questo, con la trasferta di Napoli alle porte, agita non poco gli animi del popolo bianconero.