Il trappolone è servito. Il Milan cade nella rete dell’Udinese, fatta di organizzazione, corsa e ripartenze letali, rimedia la seconda sconfitta consecutiva in campionato (la decima in 27 giornate) e, soprattutto, fa un vistoso passo indietro rispetto alle ultime buone prove. “Si tratta più di un passo falso anche se ultimamente avevamo fatto meglio – ha ammesso Seedorf in conferenza stampa. – La squadra ha avuto un atteggiamento giusto all’inizio del match, eravamo in controllo. Poi abbiamo commesso qualche errore di troppo e lo abbiamo pagato”. Effettivamente quello visto al Friuli è stato un Milan doble face. Gamba, idee e qualità nel primo tempo, confusione, mollezza e distrazione nel secondo. E siccome la squadra segna col contagocce nonostante la pletora di giocatori offensivi, il risultato è sempre lo stesso: assieme al calo fisico arrivano anche le reti degli avversari. Va anche detto che, rispetto alle partite con Atletico Madrid e Juve (comunque perse), ieri in campo c’erano tanti rincalzi e questo, alla lunga, non può che aver influito negativamente sulla prestazione. Degli undici scesi in campo inizialmente al Friuli, solo Abbiati, Emanuelson e De Sciglio dovrebbero giocare titolari al Calderon, il che la dice lunga su quanto Seedorf voglia puntare sulla Champions League.
L’olandese ha optato per un turnover massiccio in tutti i reparti: Mexes e Zapata al centro della difesa, Muntari a centrocampo, Honda, Birsa e Robinho sulla trequarti. Troppe incognite, che alla lunga sono state pagate. Male soprattutto il giapponese, ancora troppo spaesato e lontano da una condizione fisica accettabile, ma anche in difesa se ne sono viste di tutti i colori. Pronti via e Pereyra ha sfiorato il vantaggio dopo un pasticcio di Zapata, poi, a inizio secondo tempo, Mexes ha rischiato il patatrac regalando il pallone a Di Natale.
E lo stesso Totò, al 67’, ha portato in vantaggio l’Udinese finalizzando un contropiede avviato da Pereyra e rifinito da Fernandez. La reazione del Milan, che pure nel primo tempo si era reso pericoloso in almeno tre occasioni (con Zapata e Pazzini, stoppato dall’ottimo Scuffet), è stata tutta in un paio di punizioni di Balotelli, subentrato a Robinho a metà ripresa. Resta comunque la buona prima parte giocata, ma si tratta di una magra consolazione, soprattutto in vista della Champions. Martedì sera, in quel di Madrid, i rossoneri si troveranno di fronte un avversario tosto, abituato a vincere le partite grazie a ritmi forsennati, rasserenato dallo 0-1 dell’andata e dalla vittoria di ieri sera (0-2 in casa del Celta Vigo, doppietta di Villa). “Siamo convinti di poter vincere, l’andata l’abbiamo vista tutti” ha caricato i suoi Seedorf. Psicologia finalizzata a caricare l’ambiente: d’altronde, in questa stagione disgraziata, non è rimasto altro da fare.