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CAMPIONATO – La Juventus festeggia lo scudetto ma il Cagliari le nega il record

La Juve rinuncia ai record, ma non alla festa. Il pareggio contro il Cagliari (1-1, reti di Ibarbo e Vucinic) impedirà alla Vecchia Signora di battere il primato di Fabio Capello, ma non certo di godersi uno Scudetto stra-meritato. I festeggiamenti sono iniziati subito dopo la partita, con lo speaker a chiamare uno per uno i protagonisti dell’annata, e loro a godersi il boato della loro gente.

Buffon, Vidal, Pirlo, Marchisio Chiellini e Barzagli, il termometro degli applausi li ha visti prevalere su tutti i compagni. E poi c’è Antonio Conte, ma quello è un altro discorso. Il tecnico è indiscutibilmente il più amato del gruppo, in più c’è la paura di perderlo, il che spaventa non poco il popolo juventino. Come si può lasciar partire uno come lui? Se lo chiedono tutti nel feudo bianconero, compresi Andrea Agnelli e Giuseppe Marotta, che faranno il possibile per accontentarlo, e dunque trattenerlo. Non è questione di soldi, ma di obiettivi. Conte vuole alzare l’asticella e puntare alla Champions, il che significa top players, volutamente al plurale.

“Gli stimoli, la voglia, l’entusiasmo, la passione, da parte mia ci sono e ci saranno sempre, perchè come ho detto fanno parte del mio dna, è una questione di carattere – ha spiegato Conte in conferenza stampa. – Quello che secondo me è molto importante, fare delle valutazioni attente e capire se tutti abbiamo ancora stimoli feroci, se tutti abbiamo ancora fame di vittoria, se tutti abbiamo ancora grandi motivazioni. Questo sarà ancora più importante di chi eventualmente dovrebbe arrivare. Ci deve essere la fame di continuare a vincere, la fame di voler essere protagonisti, perchè dopo due anni in cui si vince e si è iniziato a mangiare, magari qualcuno inizia ad avere meno fame.

Questo non deve accadere, non deve accadere all’ambiente in primis, non deve accadere ai tifosi, non deve accadere alla società, a me, allo staff tecnico, non deve accadere assolutissimamente ai calciatori. Questa è una cosa molto importante, poi vedremo…”.

Insomma, la parola fine sulla vicenda non c’è, e questo non è un bel segnale per la Juventus. Conte mette la maglia bianconera davanti a tutto, ma solo a patto di inseguire grandi obiettivi. Altrimenti sarà addio, e il meraviglioso giocattolo potrebbe rompersi. Lo sanno tutti a Torino, in primis i giocatori, che stanno facendo il possibile per evitare l’addio. “Conte dice che posso giocare fino a 40 anni? – ha scherzato capitan Buffon. – È lui che deve restare qui per altri 40 anni, alla Ferguson. Ha il sangue bianconero, prima di rinunciare a questa panchina ci penserebbe tante, tante volte”. “Conte resterà, è giusto che faccia la sue valutazioni, ma sarà bello crescere insieme in questo ciclo, è lui il primo artefice di questi successi” gli ha fatto eco un altro senatore come Chiellini.

Parole d’amore, che però non cambiano il pensiero del tecnico. “Un terzo scudetto? Sarà dura. Servirà lavorare tanto e non essere mai sazi. Non devo sciogliere io la riserva. Se ci sono tutte queste cose allora si continua, si va avanti. Se mi dovessi accorgere che latita qualcosa, sarebbe dura andare in battaglia”. Non è un addio, ma un avviso ai naviganti. Il popolo bianconero festeggia, ma con un pizzico di ansia. Perché piuttosto che perdere uno così, sarebbe disposto a ridare indietro lo Scudetto.

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