Che Cagliari – Juventus non sarebbe stata una partita normale lo avevamo già intuito alla vigilia. Le polemiche relative allo stadio (alla fine si è giocato in un Tardini pressoché deserto) hanno finito per confondere anche la cinquina arbitrale, su tutti Damato e Orsato, nell’occasione giudice di porta. E così il 2012 della Juventus si è chiuso come da copione: vittoria tra le polemiche. “Il campionato italiano è falsato, sono disgustato da questo calcio, non ne voglio più far parte, oggi abbiamo affrontato una formazione che non si è comportata in modo sportivo – ha attaccato Cellino. – La Juventus si è rifiutata di venire a giocare a Cagliari, mentre noi in 48 ore siamo stati in grado di spostare la gara a Parma. Siamo venuti qui di corsa e con l’affanno, abbiamo viaggiato a zero gradi, la squadra si è impegnata al massimo e poi abbiamo trovato anche questo arbitraggio insufficiente”.
Durissimo lo sfogo del presidente del Cagliari, così come l’inevitabile replica di Marotta: “Noi eravamo gli ospitati, chi ha deciso è stata la Lega, non noi. Se abbiamo giocato in posti diversi non è colpa nostra ma del Cagliari che non ha una struttura che possa ospitare questo tipo di gara. Siamo noi ad avere subito un danno, noi e i nostri tifosi. Se lui chiede chiarimenti ci chiariremo altrimenti… Ha detto cose gravi, e questo è vergognoso. Le tre stelle sul petto e sul campo le abbiamo noi e meritiamo rispetto”.
Meno male che a limitare questo scempio ci ha pensato Alessandro Matri, che ha scelto proprio la sua ex squadra per resuscitare dopo un lungo periodo di anonimato. L’attaccante è entrato nel momento più difficile dei suoi ed ha letteralmente cambiato la partita con una splendida doppietta che, c’è da scommetterlo, lo rilancerà nelle gerarchie di Conte. Il tecnico bianconero ci aveva visto giusto anche stavolta: il pericolo di un approccio molle si è rivelato fondato. Il primo tempo è stato piuttosto scialbo e il Cagliari lo ha chiuso in vantaggio grazie a un rigore di Pinella, decretato per un fallo ingenuo di Vidal su Sau.
Decisione fiscale ma corretta, a differenza di quella relativa al contatto Astori – Quagliarella, su cui Damato ha colpevolmente sorvolato. Il copione arbitrale non è cambiato nella ripresa: al 64°, dopo un’azione piuttosto rocambolesca, Asamoah viene steso da Nainggolan proprio mentre stava per appoggiare in rete il pallone dell’1 – 1. Sarebbe rigore per tutti, meno che per la coppia Damato – Orsato. Passano 60 secondi e il Cagliari resta in dieci (espulso Astori). La Juve attacca a testa bassa e al 71° trova un rigore per un contatto tra Del Fabro e Giovinco. Decisione discutibile e vagamente (si fa per dire…) compensativa, ma Vidal (che brutta partita la sua!) mette tutti d’accordo spedendo il pallone in curva. Sembra notte fonda per la Juve, ma la Vecchia Signora non molla mai. La scossa arriva al 75° quando Matri scaraventa in rete sulla respinta di Agazzi. L’assedio diventa ancor più serrato al 79°, quando il Cagliari, già in 10 e senza più cambi a disposizione, resta di fatto in 9 per i crampi di Ekdal.
All’89° Agazzi realizza un miracolo su Asamoah, ma non può nulla tre minuti dopo, quando Matri approfitta di un rimpallo e mette a segno il gol dell’1 – 2. Il Cagliari protesta per un tocco di mano di Vidal, ma il tocco è del tutto involontario. I bianconeri trovano anche il tempo di segnare la terza rete, con Vucinic che di fatto “ruba” il gol al collega di reparto Giovinco. Finisce con la Juve a festeggiare il record di punti in un anno solare (94, battuti anche i 93 realizzati da Capello nel 2005) e un + 10 sull’Inter che, seppur momentaneo, sa già di sentenza. O, se preferite, di scudetto anticipato.