E alla fine l’Inter può tirare un sospiro di sollievo. Perché, a scanso di equivoci, lo diciamo subito: quello di ieri è un punto guadagnato. Lo dicono le occasioni da gol (nettamente a favore del Toro), ma soprattutto lo dice la partita, per larghi tratti addirittura dominata dagli uomini di Ventura. Per l’Inter la sirena d’allarme (ormai parlare di campanello non ha più senso) è risuonata forte e chiara: giocando così la zona Champions resterà una chimera.
“Eravamo partiti bene cercando di aggredire il Torino e impedendogli di giocare come voleva – l’analisi di Stramaccioni. – Siamo passati in vantaggio, poi è venuto fuori il Torino che ha fatto meglio di noi. Dobbiamo fare un grosso mea culpa perché non ci si può far rimontare così in casa”.
Come detto dal tecnico, il match si era messo subito in discesa. Dopo appena 5 minuti Chivu lo sbloccava con una splendida punizione che gelava Gillet e tutti i tifosi granata. Ma i ragazzi di Ventura conoscono lo spartito a memoria, e così, dopo una piccola fase di assestamento, si sono messi a suonare. Il 4-2-4 funziona a meraviglia, anche perché gli interpreti lo praticano ormai da anni. Da Barreto a Meggiorini (preferito a Bianchi) fino a Cerci, tutti hanno già lavorato con il tecnico, e i movimenti eseguiti alla perfezione lo testimoniano.
A dire il vero però il pareggio arrivava grazie ad una colossale ingenuità di Guarin, che perdeva palla davanti alla sua area, permettendo all’ex attaccante del Novara di freddare l’immobile Handanovic. La reazione dell’Inter? Praticamente nulla. I nerazzurri soffrono l’assenza di qualità in mezzo al campo, concetto sconosciuto dai vari Mudingayi, Gargano e Pereira. I polmoni ci sono (anche se meno di prima), i piedi no. E così se non ci pensa Cassano sono dolori. Ma il barese, appena rientrato dopo uno stop, non sta ancora bene; Guarin e Palacio restano isolati là davanti, a guardare il bel calcio del Torino. Che a inizio ripresa passava addirittura in vantaggio: Cerci bruciava Pereira e metteva in mezzo per Meggiorini che, solo soletto, realizzava il gol del sorpasso. San Siro iniziava a mugugnare e Strama pescava il coniglio giusto dal cilindro.
Cambiasso dava la scossa alla squadra e veniva ripagato con il gol del 2-2, frutto di un tap in facile facile dopo un assolo di capitan Zanetti. Ma chi si aspettava un forcing nerazzurro restava deluso: nel finale era il Toro a sfiorare la vittoria, prima con Bianchi, il cui tiro a botta sicura veniva deviato sul palo da Handanovic, poi con Meggiorini, fermato dal portiere a pochi secondi dal termine. L’Inter? Tutta in un episodio da moviola. Ranocchia finiva a terra in area di rigore, l’arbitro Massa lasciava correre. I dubbi restano, ma Stramaccioni punta il dito sulla prestazione dei suoi: “Secondo me abbiamo perso un’occasione ma dobbiamo fare i complimenti al Torino che ha disputato un’ottima partita. Abbiamo sbagliato tutti, se l’Inter vuole lottare per certi obiettivi queste partite le deve vincere”.
Ora la palla passa al mercato, dal quale il tecnico si aspetta il rinforzo giusto, che possa dare la svolta alla squadra. Oggi potrebbe chiudersi la cessione di Coutinho al Liverpool per 13 milioni, dopo di che partirà l’assalto a Paulinho. Stramaccioni aspetta, incrocia le dita e spera.