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CAMPIONATO – Grande attesa per il derby di San Siro: Milan contro Inter e Cassano contro El Shaarawy

Ci siamo quasi. Il derby di Milano è alle porte e, come da copione, la tensione cresce di ora in ora. Ma come arrivano le due squadre ad uno degli appuntamenti più sentiti della stagione? Partiamo da un presupposto: sia Milan che Inter stanno bene. Le vittorie europee hanno dato entusiasmo ai rispettivi ambienti, soprattutto a quello rossonero, fino a pochi giorni fa sull’orlo di una crisi di nervi. San Pietroburgo potrebbe aver rappresentato una svolta per Allegri e i suoi uomini, a patto che domenica arrivi un altro risultato positivo. “Stiamo crescendo nelle ultime partite, adesso abbiamo bisogno di continuità e il derby arriva nel momento giusto” ha dichiarato il capitano del Milan Massimo Ambrosini, e chissà se avrebbe detto lo stesso in caso di sconfitta in Russia. La vittoria non ha certo risolto i problemi rossoneri, ma da qualche giorno si respira un’aria nuova dalle parti di Milanello. Allegri ha deciso di cambiare modulo, passando dallo storico 4-3-1-2 allo spagnoleggiante 4-2-3-1 e la novità sembra essere stata gradita dai giocatori. “Il nuovo modulo è buono, la differenza può farlo il modo in cui viene interpretato – ha proseguito Ambrosini. – Una squadra che riesce a cambiare più sistemi di gioco anche nella stessa partita, interpreta bene il calcio moderno”. Dunque si andrà avanti su questa strada, ma è bene ricordare che il derby è anzitutto passione prima che numeri. In questo momento c’è un solo giocatore che riesce ad accendere il fuoco nelle vene del pubblico rossonero, quel Stephan El Shaarawy sempre più idolo del mondo Milan. “Ha qualità molto importanti, spero che per lui questo sia solo l’inizio – ha detto Ambrosini. – Deve rimanere con i piedi per terra, ma è un bravo ragazzo e quindi lo farà”.

Se i milanisti si aggrappano al Faraone, gli interisti non hanno dubbi su chi appellarsi. Antonio Cassano ha conquistato la platea nerazzurra a suon di gol, giocate spettacolari e sacrificio, una parola nuova nel suo bagaglio tecnico. Il barese è carico come poche volte nella sua carriera, d’altronde non potrebbe essere altrimenti. Il derby per Antonio significa un confronto con il suo recente passato e con quell’ambiente che, a suo dire, non lo ha mai davvero amato (Galliani in testa). Il popolo milanista non ha dimenticato le sue dichiarazioni di fuoco una volta attraversato il Naviglio, ecco perché domani sera non gli riserverà certo un’accoglienza amichevole. Cassano a parte, i nerazzurri sanno di avere tante armi a disposizione: si va da Milito (anche lui tenuto a riposo in Europa League) a Coutinho, rigenerato dalla cura Espanyol-Stramaccioni. Già, il tecnico nerazzurro. Anche per lui questa sarà una notte speciale, quella in cui potrebbe definitivamente consacrarsi nel mondo Inter. I rumors provenienti da Appiano Gentile raccontano che domenica potremmo assistere a qualche sorpresa di natura tecnico tattica, ma al momento ci risulta che verrà riproposta la formazione anti Fiorentina. Difesa a 3 dunque, con spazio alla fantasia là davanti, perché l’Inter vuole vincere, possibilmente convincendo. “Dopo la vittoria di Europa League arriviamo al derby bene – ha dichiarato Massimo Moratti. – Abbiamo tante speranze, tra cui quella di fare bene anche domenica”. Ecco, se c’è una cosa che accomuna Milan e Inter, quella è proprio la scaramanzia. E se delle mille manie di Galliani si è già parlato tanto (fateci caso: da quanti anni viene allo stadio con la cravatta gialla?), anche in Corso Vittorio Emanuele non scherzano. Stramaccioni dopo Baku ha indicato il Milan come favorito per domenica (ma mentre lo diceva gli è scappato un principio di ghigno), ieri Moratti ha preferito non esporsi, trincerandosi dietro un “Nel derby non si sa mai” che significa tutto come niente. Ultima annotazione: l’allarme biglietti invenduti sembra essere rientrato. A ieri sera i tagliandi staccati (abbonati compresi) erano 66.661, dunque, calcolatrice alla mano, restano solo 7.891 posti liberi (la capienza di San Siro è ridotta a 75mila posti per lavori di manutenzione). Magari non ci sarà il sold out (ma le biglietterie saranno aperte fino ad esaurimento scorte), ma il pubblico delle grandi occasioni sì. Perché alla fine, crisi o non crisi, campioni o non campioni, il derby resta sempre il derby.  

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