Si riparte da loro! Juventus e Roma bagnano l’esordio in campionato con una vittoria lasciando intendere, se ancora ce ne fosse bisogno, che si daranno battaglia fino alla fine per lo scudetto. Vittorie diverse quelle di bianconeri e giallorossi, se non altro perché ad essere differente era il valore degli avversari. Morbido il Chievo di Corini, tenuto in partita solo da pali e traverse (ben 3 nel primo tempo!), decisamente più tosta la Fiorentina di Montella, fermata, oltre che dai gol di Nainggolan e Gervinho, da un grande De Sanctis in versione paratutto. Entrambe però chiudono la prima giornata con tre punti e zero reti al passivo, seppur con alcune cose da migliorare. “Ho visto buoni segnali ma voglio una squadra più offensiva – ha ammonito Allegri. – Alla fine ero più arrabbiato che preoccupato, dovevamo chiudere prima la partita invece, su una palla vagante, abbiamo rischiato di subire il pari”. In generale però la sua Juve ha dimostrato di non aver smarrito lo spirito guerriero e se il risultato finale è uno striminzito 0-1 è solo perché Vidal, Tevez e Caceres (autore del gol decisivo, seppur grazie alla deviazione di Biraghi) hanno colpito legni in serie. Da segnalare anche l’ottima prova di Coman, 18enne prelevato in estate dal Psg. Il francesino si è caricato sulle spalle l’attacco bianconero orfano di Morata e Llorente, dimostrando classe e personalità: è ancora presto per definirlo il nuovo Pogba, ma se il buongiorno si vede dal mattino la Signora ha messo a segno un altro grande colpo low cost. Più controverso il successo della Roma, d’altronde la Fiorentina, pur priva di Cuadrado, Rossi e Marin, era un cliente decisamente peggiore. I giallorossi sono passati in vantaggio al 28’ con Nainggolan, poi nella ripresa hanno sofferto i viola rischiando di subire il pareggio in almeno due occasioni. Prima con Ilicic, la cui punizione è stata deviata sulla traversa da De Sanctis, poi con Babacar, fermato dallo stesso portiere con un intervento miracoloso nell’area piccola. Gol sbagliato gol subito e così, al 93’, Gervinho ha fissato il risultato sul 2-0 finale con il solito contropiede. “I ragazzi sono stati molto bravi – l’applauso di Garcia. – Abbiamo gestito bene la partita contro un avversario tosto come la Fiorentina, poi nel finale siamo stati capaci anche di soffrire”.
Ma il grosso della Serie A arriverà soltanto oggi. Si comincia alle 18 con gli anticipi Atalanta-Verona e Milan-Lazio, poi alle 20.45 tutte le altre gare (Cesena-Parma, Genoa-Napoli, Palermo-Sampdoria, Sassuolo-Cagliari, Torino-Inter e Udinese-Empoli). Occhi puntati, ça va sans dire, su Milano, Genova e Torino dove andranno in scena le sfide più interessanti. A San Siro ci sarà il debutto di Inzaghi sulla panchina rossonera e Pioli su quella biancoazzurra ma non di Torres, arrivato ieri in città ma ancora privo del transfer. In attesa dello spagnolo Superpippo punterà su Menez falso centravanti anche in virtù dell’indisponibilità di Pazzini, fermato da un problema muscolare: al fianco del francese El Shaarawy e Honda. Convocazioni improntate al mercato a Napoli e a Torino, d’altronde alla dead line manca ormai pochissimo e non potrebbe essere altrimenti. Benitez lascia a casa Pandev e Dzemaili, in odore di cessione, e punta su Inler e Zuniga, esclusi eccellenti nella disfatta di Bilbao. Stesso ragionamento per Mazzarri, che esclude dai convocati Fredy Guarin, in trattative serrate col Valencia. Gli spagnoli si sono fatti sotto nella giornata di ieri proponendo un prestito con diritto di riscatto. Ausilio ha detto no perché lascerà partire il colombiano solo in cambio di denaro fresco, da reinvestire sull’ultimo colpo nerazzurro. Il sogno è sempre Lavezzi ma le pista più fattibili, al momento, si chiamano Biabiany, Bonaventura e Borini. Tribuna anche per Alessio Cerci, sempre più vicino all’Atletico Madrid.