La Roma c’è. Il sabato di campionato lascia in dote la sensazione di una squadra matura, finalmente pronta per insidiare il vertice della classifica. Battere l’Empoli era fondamentale, i giallorossi ci sono riusciti al termine di una prestazione non esaltante e proprio per questo ancor più preziosa. Avversario poco glamour, Champions alle porte, turnover insidioso ma inevitabile: gli ingredienti per un passo falso c’erano tutti, la Roma li ha dribblati senza troppi problemi. “Volevamo continuare a vincere e ci siamo riusciti – il commento di Garcia. – Il terzo successo consecutivo ci darà ancora più forza per pensare alla Champions. Non mi interessa dire se siamo favoriti o meno, so solo che siamo secondi in classifica e vogliamo puntare al massimo”. Basta proclami come l’anno scorso, il tecnico francese prosegue sulla linea scelta in estate, fatta di basso profilo ma di tante ambizioni. D’altronde il campionato è lungo e insidioso e nessuna partita può essere mai considerata facile. Anche ieri, contro un Empoli privo di Saponara, c’è voluta la giocata del campione per conquistare la vittoria, a testimonianza delle grande qualità della rosa giallorossa. Decisivo, ancora una volta, Miralem Pjanic, centrocampista dai piedi fatati la cui esplosione, finora, è stata frenata solo dalla discontinuità. Al 56’, in una fase di stallo piuttosto pericolosa, ha sbloccato il match con la specialità della casa: la punizione dal limite dell’area. Dopo Buffon e Brkic anche Skorupski si è dovuto arrendere al destro del bosniaco, lo stesso che, tre minuti dopo, ha pennellato l’assist del 2-0 sulla testa di De Rossi (500esima presenza in giallorosso festeggiata alla grande). Il punto esclamativo lo ha messo Salah (69’) e così il gol di Buchel (75’) è servito solo per il tabellino.
Per una Roma che insidia il primo posto c’è una Lazio che potrebbe addirittura prenderselo. Se la Fiorentina perdesse a Napoli e l’Inter non andasse oltre il pareggio con la Juve, ecco che i biancocelesti “rischierebbero” di ritrovarsi in testa alla classifica, seppur in coabitazione con i viola. Scenario da brividi ripensando a come andavano le cose fino a qualche settimana fa, con Pioli sulla graticola e l’Olimpico in contestazione. Di mezzo però c’è il Sassuolo di Di Francesco, avversario tutt’altro che abbordabile tanto più tra le mura amiche del Mapei Stadium. “Al momento non mi interessa la classifica – ha glissato il tecnico laziale. – La guarderò solo a partire da febbraio, non bisogna pensare ai risultati sugli altri campi ma solo al nostro”. Piedi per terra e nessun volo pindarico, eccola qui la ricetta di Pioli. Che, oltre al Sassuolo, deve nuovamente fare i conti con l’emergenza infortuni. Biglia e Parolo si sono fatti male con le nazionali, Djordjevic è di nuovo ai box e a De Vrij, almeno per il momento, è meglio non pensarci affatto. E così il tecnico biancoceleste presenterà una formazione piuttosto rimaneggiata, con Marchetti in porta, Basta, Hoedt, Gentiletti e Lulic in difesa, Onazi e Cataldi a centrocampo, Candreva, Milinkovic e Felipe Anderson sulla trequarti, Klose in attacco. Di Francesco proverà a cancellare la sconfitta di Empoli con il solito 4-3-3, con Berardi, Sansone e Floro Flores in attacco.