Chiamateli pure sbalzi Capitali. La maiuscola è d’obbligo visto che stiamo parlando di Lazio e Roma, due facce della stessa città e dunque medaglia. Se fino a qualche settimana fa erano i biancocelesti ad essere in crisi, ora il mirino si è spostato sui giallorossi e sul loro allenatore. La sconfitta di Borisov infatti è solo l’ultimo risultato di una serie negativa, cominciata col pareggio interno col Sassuolo, proseguita con il ko di Genova e culminata, appunto, con la figuraccia Europea.
La trasferta di Palermo (ore 15) diventa così impossibile da sbagliare, altrimenti Garcia, oltre a dover fare i conti con la classifica, potrebbe ritrovarsi senza una panchina. La piazza lo ha scelto come colpevole principale e poco importa che Pallotta si sia affrettato a confermarlo: a questo, infatti, dalle parti del Tevere non crede più nessuno. “I dirigenti mi hanno sempre mostrato sostegno, il resto non mi interessa – ha replicato il tecnico. – Non sono affatto pentito di essere rimasto qui, io voglio vincere qualcosa con questa società. Sono giovane, motivato, combattente e anche in questo momento sto dando tutto me stesso. Le critiche, come sempre, dipendono dai risultati, non dalle prestazioni”. Sarà, ma certo dal primo tempo di Borisov non si può proprio salvare nulla.
La Roma attraversa un periodo difficile sia dal punto di vista fisico che mentale, ragion per cui il match del Barbera diventa un test infallibile. Garcia lo affronterà senza Dzeko, Totti, Keita e Rudiger e dunque costretto al solito turnover. In difesa, davanti a Szczesny, si rivedrà Castan dal primo minuto in coppia con Manolas, con Florenzi e Digne sulle fasce. De Rossi tornerà così a centrocampo assieme a Nainggolan e Pjanic, alle spalle del tridente d’attacco Iago Falque-Gervinho-Salah. Iachini, anche lui a rischio dopo le tre sconfitte consecutive, risponderà con un “albero di Natale” nel quale Quaison e Vazquez proveranno a supportare Gilardino.
Clima completamente diverso in casa Lazio, dove il ritiro post Napoli ha evidentemente dato ottimi frutti. Dopo il ko del San Paolo infatti i biancocelesti hanno solo vinto: in casa con il Genoa, in trasferta a Verona e di nuovo all’Olimpico col Saint Etienne. Risultati che hanno riportato il sereno, anche in virtù del sorpasso sulla Roma (+1) che, in riva al Tevere, ha sempre il suo peso.
Oggi i biancocelesti potrebbero proseguire la striscia, a patto di non commettere passi falsi nel match interno col Frosinone (ore 15). “E’ una partita importante, non abbiamo ancora fatto nulla – l’analisi di Pioli. – Servirà l’approccio giusto e poi dobbiamo smetterla di pensare all’anno scorso, fare confronti col passato non serve a nulla. Spero che i tifosi tornino a starci vicini, uniti abbiamo più possibilità”. Nel “mini derby” col Frosinone si rivedrà il 4-3-3 con Marchetti in porta, Basta, Hoedt, Gentiletti e Lulic in difesa, Cataldi, Biglia e Parolo a centrocampo, Candreva, Djordjevic e Keita in attacco. Stellone, reduce da 4 punti nelle ultime 2 partite, risponderà con il solito 4-4-2 con Dionisi e Ciofani coppia offensiva.