Lo hanno già soprannominato “derbyno”. In effetti, classifica alla mano, questa stracittadina milanese numero 214 (la 162esima in Serie A) rasenta davvero i minimi storici. Questione di punti (Milan nono con 42, Inter decima a 41), di giocatori (sono lontani i tempi dei palloni d’oro in campo) ma non di ambiente: quello infatti, ancora una volta, sarà al top. A San Siro (ore 20.45) infatti si prevede il tutto esaurito, a dimostrazione che interisti e milanisti hanno voglia di calcio, di emozioni, insomma di derby.
“Sarà un confronto più povero rispetto agli anni passati, entrambe le squadre non attraversano un grande momento – ha ammesso Mancini in conferenza stampa. – Per noi però può rappresentare una base di rilancio, vincere sarebbe importantissimo”. “I derby vanno vinti, siamo il Milan e abbiamo il dovere di fare una bella partita – ha replicato Inzaghi. – Non sarà un confronto tra me e Mancini, a fare la differenza saranno i giocatori e io dai miei mi aspetto tanto”. Una cosa è certa: nessuno può permettersi di fallire. Vuoi per la classifica (chi vince, visto il pareggio della Sampdoria, si giocherà le ultime chance di Europa League), per il morale o per il futuro, questi tre punti pesano ancor più del solito. Non a caso i due presidenti, solitamente lontani dalle rispettive squadre (seppur per motivi diversi), hanno deciso di “scendere in campo” per suonare la carica.
“Chi vince esce dalla crisi, chi perde ci resta – le parole di Silvio Berlusconi ai suoi giocatori. – Questo derby è particolarmente importante, può riportarci la luce”. “Per un attimo, prima che l’arbitro fischi l’inizio, ascoltate il boato del nostro stadio – la replica di Erick Thohir. – In serate come queste essere interisti conta di più, vogliamo i tre punti”. A parole, insomma, le squadre sono pronte a dare spettacolo, in molti però pensano che assisteremo a un derby piuttosto brutto. L’Inter dovrà fare i conti con le assenze di Brozovic e Guarin (squalificati), oltre a quelle solite di Jonathan, Dodò e Campagnaro. I dubbi di Mancini sono tanti e riguardano un po’ tutti i reparti: dalla difesa (ballottaggio D’Ambrosio-Santon) al centrocampo (il giovanissimo Gnoukouri favorito su Obi), passando per la trequarti (Kovacic dovrebbe spuntarla su Shaqiri).
Meno incertezze per Inzaghi, che per la terza partita di fila schiererà la stessa difesa (Abate, Mexes, Paletta e Antonelli davanti a Diego Lopez, sempre che il portiere recuperi dal fastidio al dito: in caso contrario è pronto Abbiati). Per il resto le scelte sono fatte: Van Ginkel, De Jong e Poli a centrocampo, Honda, Menez e Bonaventura in attacco. Solo panchina per Destro, Cerci e Suso, pronti eventualmente a subentrare a gara in corso. Gli 80 mila di San Siro pretendono spettacolo, così come i 200 paesi collegati via tv e i numerosi vip annunciati (previsto anche il cestista Metta World Peace). Perché la Milano del calcio vuole tornare a sorridere, anche se solo per una notte.