Lo scontro al vertice che non ti aspetti. In pochi infatti immaginavano Inter e Fiorentina così in alto in classifica, invece questa sera (ore 20.45) si sfideranno per la vetta. Non è ancora il caso di parlare di scudetto, ci mancherebbe, certo però che nerazzurri e viola danno l’idea di poter vivere una stagione da protagonisti. Entrambe sono arrivate sin qui con organizzazione e solidità, tracciando un cambiamento netto con il passato, quando gli errori difensivi vanificavano quanto di buono fatto in attacco. Ora invece segnano il minimo indispensabile (6 gol l’Inter, 7 la Fiorentina), tanto là dietro passano davvero in pochi. Subito dopo quella nerazzurra (1 sola rete al passivo) è quella viola la retroguardia migliore (3), seppur in coabitazione col Chievo. Numeri alla mano, insomma, quella di San Siro rischia di essere una gara molto tattica, tra due squadre molto solide ma poco votate allo spettacolo. “Io credo che l’Inter abbia sempre provato a giocare bene – la replica di Mancini. – Non è semplice riuscirci quando gli avversari si chiudono dietro la linea della palla, abbiamo sempre tirato tanto in porta e avuto il possesso palla a favore. Non saremo il Barcellona ma stiamo facendo buone cose”.
“Per me giocare bene significa avere tutto sotto controllo – gli ha fatto eco Paulo Sousa. – Ognuno poi ha la sua idea di calcio, cerchiamo di non aumentare inutilmente le pressioni”. Rispedite le critiche ai mittenti, i due allenatori si preparano a sfidarsi con grande rispetto reciproco, ma anche con l’obiettivo di prendersi i tre punti. Li vuole l’Inter, per nulla stanca di essere in vetta alla classifica, li vuole la Fiorentina, che nel caso realizzerebbe il clamoroso aggancio. “Non firmo per il terzo posto, le grandi squadre devono sempre puntare al massimo” ha spiegato Mancini, tornato a parlare di scudetto dopo un periodo di low profile, “vogliamo lottare per gli obiettivi importanti, questa gara ci dirà chi siamo” ha ribadito Paulo Sousa. E allora sarà il campo a parlare, con due squadre che promettono di darsi battaglia fino alla fine. Mancini confermerà l’Inter delle ultime settimane: 4-3-1-2 con Handanovic in porta, Santon, Medel, Miranda e Alex Telles in difesa, Guarin, Felipe Melo e Kondogbia a centrocampo, Perisic sulla trequarti, Icardi e Jovetic in attacco. Sousa, peraltro ex della sfida (40 presenze in nerazzurro nel biennio 1998-2000), risponderà con il solito 4-2-3-1: Tatarusanu tra i pali, linea difensiva a 4 Tomovic, Roncaglia, Rodriguez e Alonso, Badelj e Suarez in mediana, il trio Blaszczykowski, Borja Valero e Rossi alle spalle dell’unica punta Kalinic (favorito su Babacar).
Ad aprire la domenica calcistica sarà però il Milan, che farà visita al Genoa in quel di Marassi (ore 12.30). Partita importante, che potrebbe significare molto per la stagione rossonera. Vincere, oltre a dare un segno di continuità, lancerebbe la squadra verso il podio della classifica, in attesa del posticipo di San Siro. Ma i rossoblu, reduci da tre sconfitte di fila e alle prese con un malinconico (e inaspettato) 17° posto, venderanno cara la pelle. “Nove punti in una settimana sarebbero un bel viatico – ha ammesso Mihajlovic. – Effettivamente questa è una partita importante, se giochiamo come abbiamo fatto, migliorando la fase difensiva, possiamo vincere. Loro in casa si trasformano ma noi non possiamo sbagliare. E poi io, da ex doriano, spero di fare felici anche i miei vecchi tifosi”. Il guanto di sfida è lanciato, ora non resta che vedere se la squadra confermerà i progressi degli ultimi tempi, magari evitando di soffrire troppo. E’ questa la grande missione di Sinisa: se dopo quella offensiva riuscisse a compattare anche la fase difensiva, ecco che il Milan potrebbe puntare al massimo. “Questo è un campionato strano, siamo solo all’inizio – ha glissato. – Noi però non siamo outsider, quando vesti una maglia come questa hai il dovere di provare a vincere. Il nostro obiettivo è il terzo posto, tutto il resto sarebbe in più”. Un passo alla volta, a cominciare da Genova. Mihajlovic si affiderà ancora a Mario Balotelli, oggi in coppia con Luiz Adriano. Difesa confermata (Calabria, Zapata, Romagnoli e De Sciglio), le altre novità riguardano centrocampo (con De Jong e Montolivo si rivedrà Bertolacci) e trequarti (fuori Honda, viene avanzato Bonaventura). Gasperini, costretto a far punti per uscire dalla crisi, ci proverà con il 3-4-3 d’ordinanza, anche se infortuni (Perin, Munoz e Costa) e squalifiche (Pandev e Cissokho) gli rendono la missione ancor più complicata.