Nel segno di Bacca. Il Milan batte il Palermo con un rocambolesco 3-2 e il grande protagonista è proprio lui, il colombiano arrivato in estate dal Siviglia. Due gol da attaccante vero, una rabona che stava per far venire giù San Siro e una serie di movimenti utilissimi, per non dire fondamentali, a creare scompiglio nella difesa avversaria. I rossoneri ottengono così un successo importantissimo, sia per la classifica che per il morale.
“Sono soddisfatto per il risultato, un po’ meno per il gioco – il commento di Mihajlovic. – Le partite vanno chiuse prima, sembra sempre che abbiamo paura di vincere. Comunque, rispetto a inizio campionato, è un altro Milan”. Bicchiere mezzo pieno per il tecnico serbo, anche se la nota più lieta di questo sabato è sicuramente il risultato.
La prestazione infatti lascia inalterati i dubbi della vigilia: la fase offensiva sta migliorando, quella difensiva no. Il Milan ha dovuto soffrire per conquistare i tre punti, molto più di quanto non fosse preventivabile alla vigilia e comunque troppo per ciò che ha detto il campo. Il pareggio infatti sarebbe stato un risultato bugiardo, eppure il Palermo ci è andato piuttosto vicino. Già nel primo tempo la squadra di Mihajlovic, nonostante una netta supremazia territoriale, si era fatta raggiungere da Hilljemark (32’), bravo a sfruttare un’indecisione di Diego Lopez annullando così il vantaggio di Bacca (21’). Era stato lui a concretizzare un cross di Calabria (entrato al posto dell’infortunato Abate e autore di una buonissima prova) sporcato da Bonaventura, mostrando ancora una volta le sue doti da centravanti-killer. L’ex Atalanta si rifaceva pochi minuti dopo con una splendida punizione, che beffava l’incolpevole Sorrentino all’incrocio dei pali (40’).
Partita in discesa, eppure questo Milan, in netta crescita rispetto alla versione agostana del campionato, non ha ancora imparato l’arte del cinismo. Dopo 27’ senza rischiare praticamente nulla, i rossoneri subivano il nuovo pari del Palermo con il solito Hilljemark, perfetto nel concretizzare una giocata di Gilardino con i rossoneri belle statuine. Guai in vista per Mihajlovic che però poteva contare su un grande Bacca. Il colombiano sfruttava alla perfezione un cross dalla destra di Kucka e chiudeva in reta con un gran colpo di testa (75’). Era questo il punto esclamativo sul match, un 3-2 finale che riporta un po’ di serenità e fiducia in un ambiente comunque vivo.
Dalla Milano rossonera a quella nerazzurra. Oggi infatti tocca all’Inter, che alle 12.30 farà visita al Chievo di Maran. Sfida d’alta classifica quella del Bentegodi, con gli uomini di Mancini in vetta a quota 9 e i gialloblu, già capaci di fermare la Juventus, subito dietro a 7.
“Sarà una partita difficile sotto tutti gli aspetti, ambiente, orario e forza dell’avversario – le parole del tecnico nerazzurro. – Per noi vincere sarebbe importantissimo, ci darebbe quella continuità di risultati che cerchiamo”. In tanti, soprattutto dopo il derby vinto, additano l’Inter come una delle favorite per lo scudetto ma Mancini preferisce mantenere un basso profilo. “Credo che serviranno almeno 10 giornate prima di capire come andranno le cose – ha ribadito. – Ci sono squadre come Juve e Milan che sono dietro ma che hanno le potenzialità per risalire, noi dobbiamo solo pensare a lavorare e fare bene”.
Il tecnico ha qualche problema in difesa, dove dovrà rinunciare contemporaneamente a Miranda e Juan Jesus, inoltre il calendario intasato (mercoledì a San Siro arriverà il Verona, poi domenica ci sarà la Fiorentina) potrebbe indurre a una maggiore rotazione di uomini. Davanti ad Handanovic ci sarà il debutto dal primo minuto di Alex Telles, con Santon, Murillo e Medel, quest’ultimo ancora preferito a Ranocchia. A centrocampo toccherà a Kondogbia osservare un turno di riposo: al suo posto Brozovic, in una linea a tre con Guarin e Felipe Melo. Probabile poi l’impiego di Ljajic al posto di Jovetic, con Perisic nuovamente sulla trequarti e Icardi a caccia del primo gol in campionato. Maran risponderà con un modulo speculare e il solito tridente offensivo composto da Birsa, Meggiorini e Paloschi.