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CAMPIONATO DELLE MILANESI – Il Milan espugna Palermo, l’Inter delude anche contro il Parma

Il Milan fa progressi, l’Inter si ferma ancora. Sabato con sfumature decisamente diverse nella Milano calcistica: sorridono i rossoneri, capaci di espugnare Palermo e di rilanciarsi in classifica, piangono per i nerazzurri, fischiati sonoramente dai propri tifosi dopo il pareggio contro il Parma. La 29esima giornata di Serie A doveva dirci se Milan e Inter potevano ancora nutrire qualche speranza di Europa. La risposta è che Inzaghi potrà quantomeno provarci mentre Mancini farà bene a pensare già al prossimo anno, quando la squadra verrà rivoluzionata a dovere.

L’1-1 di San Siro contro il Parma è stata la classica goccia che fa traboccare un vaso stracolmo. Incredibile vedere gli strapagati nerazzurri passeggiare per il campo a fronte dei “poveri” (ma orgogliosissimi) ducali, ultimi in classifica e senza stipendio da mesi, eppure pronti a lottare su ogni pallone. Prestazione sconcertante quella dell’Inter, un netto passo indietro rispetto al match di due settimane fa contro la Sampdoria: allora, pur uscendo sconfitta, la squadra di Mancini aveva combattuto, ieri invece si è limitata al compitino sperando di vincere senza troppe fatiche. E dire che la fortuna ci aveva messo del suo quando un destro senza pretese di Guarin trovava la deviazione di Mauri: Mirante spiazzato e 1-0 (25’). Ma il Parma non si abbatteva e al 44’ giungeva al pareggio con Lila, bravissimo a battere Handanovic con un bel colpo di testa. Nella ripresa ci si aspettava un’Inter furente, con la bava alla bocca, invece, a parte qualche conclusione dalla distanza, il nulla. San Siro ha espresso il suo dissenso con fischi assordanti, società e tecnico non hanno potuto far altro che avallarlo. “L’allenatore sono io e mi prendo tutte le responsabilità – ha spiegato Mancini. – La squadra è stata molle, caotica, senza logica, evidentemente non mi faccio capire bene. Non ci meritiamo nessun riposo, a Pasqua ci alleneremo, le vacanze sono annullate. L’anno prossimo? Se vogliamo cambiare le cose servirà una rivoluzione”. Parole durissime che rispecchiano in pieno lo stato d’animo di Thohir, furibondo da Giakarta nel vedere la sua Inter così lontana dall’Europa. I punti dal quinto posto (attualmente l’ultimo utile per l’Europa League) sono 10 e in mezzo ci sono 4 squadre. Tra queste c’è anche il Milan, decisamente rilanciato dal successo di Palermo.

La vittoria, oltre a sfatare il tabù trasferte (l’ultima a bottino pieno risaliva al 19 ottobre), permette un discreto avvicinamento alle zone nobili della classifica. Domenica prossima a San Siro arriverà la Sampdoria quinta: in caso di vittoria i rossoneri si porterebbero a soli 4 punti e potrebbero sognare così una clamorosa rimonta. Doveva vincere per forza la squadra di Inzaghi e lo ha fatto, pur senza incantare. Di questi tempi però pretendere il bel gioco sarebbe troppo, meglio accontentarsi delle (poche) certezze che ci sono. Una su tutte: Jeremy Menez. Ancora una volta il francese ha trascinato i compagni, questa volta con il gol del definitivo 1-2 (83’). Una splendida cavalcata palla al piede conclusa con un destro sotto la traversa, un colpo da campione (il 16° in campionato) che fa godere Inzaghi. “Conosco il suo valore, sono andato a prenderlo io assieme a Galliani – ha commentato il tecnico. – Siamo stati bravi a vincere su un campo difficile, non sono in tanti ad aver vinto qui. Ora dobbiamo continuare su questa strada, solo così potremo tornare nella posizione di classifica che ci compete”. Al Barbera si è visto un Milan insolitamente concreto, dapprima balbettante (clamorosa l’occasione concessa a Vazquez al 23’) ma poi, col passare dei minuti, sempre meglio. Il vantaggio è arrivato al 37’ con Cerci, al suo primo gol in maglia rossonera, fortunato a vincere un rimpallo con Sorrentino. E nel secondo tempo, dopo il pareggio del Palermo (rigore di Dybala al 72’), ci ha pensato Menez a blindare i tre punti, oltre che a dare un briciolo di speranza per questo finale di campionato.  

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