I cittadini ormai non le contano più. Le scosse sono continue e la paura si diffonde in un territorio che interessa 500 mila persone. Lo sciame nell’area flegrea non accenna a placarsi. I movimenti sismici, con magnitudo compresa tra 3.1 e 3.7, sono avvertiti non solo a Pozzuoli, Bacoli, Bagnoli ma anche nei quartieri Vomero, Chiaia e Fuorigrotta di Napoli. “Per fortuna non ci sono danni, ma siamo poco sereni”, ha detto il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni.
L’Osservatorio Vesuviano monitora la situazione con lo stesso livello di attenzione riservato al Vesuvio. Gli esperti hanno escluso legami tra i movimenti tellurici della zona flegrea e il grande vulcano dormiente. Tuttavia, un documentario trasmesso dal canale televisivo svizzero Rsi ha mostrato uno scenario devastante in caso di eruzione. Una minaccia, secondo la narrazione televisiva, estesa a tutta l’Europa.
In riferimento al documentario, l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha replicato che si tratta di informazioni prive di basi scientifiche e che ignorano completamente tutte le importanti attività scientifiche e di pianificazione svolte dagli scienziati e dalla Protezione civile, che lavorano fianco a fianco. Molta attenzione è dedicata al piano di evacuazione e sono state programmate esercitazioni coordinate dalla Protezione civile.
Il decreto legge e la Guida Bce
Napoli, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Marano di Napoli e Giugliano sono le cittadine elencate nel decreto Campi Flegrei che ha delimitato la zona rossa e stanziato anche 52 milioni di euro. Questa somma è destinata alle prime emergenze per allontanare le persone in caso di irreversibilità soprattutto del bradisismo. L’evacuazione completa della zona secondo l’ultima stima dell’IRISS (Istituto di Ricerca su Innovazione e Servizi per lo Sviluppo) costerebbe circa 30 miliardi di euro.
“La popolazione fino a qualche giorno fa era più tranquilla, certo le scosse ripetute con magnitudo importanti delle ultime ore non fanno stare sereni” ha aggiunto Manzoni all’AdnKronos.
Nell’area dei Campi Flegrei dall’8 al 14 aprile si sono registrati 242 terremoti, dice l’ultimo Bollettino del Istituto di Vulcanologia. La terra ha tremato più volte e la magnitudo massima raggiunta è stata di 3.7. “Tra il 9 e il 10 aprile abbiamo registrato un sollevamento del suolo di 1 centimetro alla stazione del Rione Terra di Pozzuoli“, ha spiegato Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio Vesuviano.
Molte attività economiche sono allo stremo e siamo all’inizio della stagione turistica balneare. L’area nei mesi estivi è molto frequentata anche per le sue storiche ed archeologiche attrazioni.
Il fenomeno del bradisismo presenta una oggettiva complessità dal punto di vista economico e produttivo. A gennaio si è interessata al fenomeno anche la Bce con la sua “Guida sui rischi climatici e ambientali”. Il documento contiene un appello agli enti che devono dotarsi di dispositivi di governance che consentano loro di individuare, gestire, monitorare e comunicare efficacemente i rischi a cui sono o potrebbero essere esposti.
“Gli enti dovrebbero pertanto analizzare in maniera completa in che modo i rischi climatici e ambientali costituiscono fattori determinanti per le diverse aree di rischio a cui sono o potrebbero essere esposti, fra cui i rischi di liquidità, di credito, operativi, di mercato e ogni altro rischio rilevante per il capitale ovvero ogni sua sotto categoria” si legge e la valenza europea è scontata per tutti i fenomeni similari. A questo punto si ammette una differenza tra terremoti improvvisi e fenomeni come il bradisismo previsti e prevedibili. Una chiave di lettura che non può essere trascurata qui a Napoli, dopo aver garantito, naturalmente, la sicurezza delle persone.
Fenomeno sicuramente da non trascurare, anche se sicuramente sono da evitare inutili allarmismi