Produrre nuovi camper è diventato quasi impossibile e per averne uno serve un’attesa di circa un anno: ecco perchè, al di là della convenienza economica, è esploso il mercato dei camper usati. La storia, che è stata raccontata dal Sole 24 Ore, è emblematica delle difficoltà nell’approvvigionamento dell’industria, soprattutto nel caso dei chip che stanno bloccando anche l’industria dell’automobile.
Camper: la mancanza di chip blocca la produzione delle aziende italiane
In buona sostanza, le aziende italiane dei camper – che per il 90% dei casi si trovano in Toscana, tra Firenze e Siena e danno occupazione a 8 mila lavoratori – hanno il portafoglio pieno di ordini, che ammonta a circa 3,5 miliardi di euro, ma sono costrette a chiudere le fabbriche perché manca la materia prima per produrre i camper, cioè i microchip che alimentano la parte elettrica e che rappresentano il cuore dei telai. “Stiamo perdendo un’occasione storica” si lamenta Simone Niccolai, il presidente dell’Associazione produttori camper.
Boom dell’usato, ma ormai non si trova più niente
In compenso l’impossibilità temporanea di produrre nuovi camper ha fatto esplodere il mercato dell’usato, testimoniato dal fatto che dal primo di settembre del 2021 e il 30 giugno del 2022 si sono registrati ben 30487 passaggi di proprietà con incremento, rispetto all’anno precedente, del 58%. Un boom in piena regola.
“È il segnale – commenta Ludovica Sanpaolesi, direttrice dell’Associazione produttori camper – che l’interesse verso il camper si mantiene alto e che la platea degli appassionati si sta ampliando” al punto che ormai si stanno esaurendo anche le scorte di camper usati: “Ormai non si trova più nulla“. Insomma la domanda è esplosa, ma l’offerta langue.