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Campari decolla in Borsa dopo i conti

Il titolo della società si impenna sul Ftse Mib dopo la pubblicazione della trimestrale (utile +56%) e dei benefici fiscali ottenuti con il ‘Patent Box’

Campari decolla in Borsa dopo i conti

Prende il volo il titolo in Borsa di Campari, che a metà mattina arriva a guadagnare oltre l’8%, a 5,98 euro, mettendo a segno per distacco il miglior rialzo del Ftse Mib. A innescare l’ondata di vendite sulle azioni della società sono stati i conti trimestrali oltre le attese.

L’utile del gruppo prima delle imposte rettificato è stato di 54,4 milioni, in aumento del +56%. L’utile lordo del gruppo si è attestato invece a 53,6 milioni, in crescita del +56,7%. Nel primo trimestre del 2017, le vendite nette del gruppo sono state pari a 376,6 milioni, registrando un incremento del +15,0%.

La crescita organica delle vendite è stata pari a +5,7%, trainata dalla forte crescita organica dei brand priorità globale (+10,8%) e regionale (+13,2%) a elevata marginalità, beneficiando di un effetto cambi pari a +2,7%, dovuto alla rivalutazione di alcune valute del Gruppo, tra cui il dollaro Usa, il real brasiliano, il rublo russo e il dollaro canadese.

L’Ebitda rettificato è arrivato a 78,6 milioni, in aumento del +17,7% (+2,6% variazione organica), pari al 20,9% delle vendite. L’Ebit rettificato è stato di 64,4 milioni, in aumento del +19,5% (+1,6% variazione organica), pari al 17,1% delle vendite. In relazione all’effetto perimetro (21,7 milioni sulle vendite e 8,7 milioni sull’Ebit rettificato), il contributo di Grand Marnier, consolidata dal 1 luglio 2016, è stato pari a 32,5 milioni sulle vendite, 9,2 milioni sull’Ebit rettificato e 10,2 milioni sull’Ebitda rettificato.

Al 31 marzo 2017 l’indebitamento finanziario netto era a 1.206,3 milioni, sostanzialmente invariato rispetto al 31 dicembre 2016 (1.199,5 milioni), dopo il pagamento dell’acquisizione di Bulldog, in parte compensato dall’incasso della cessione del business vinicolo cileno, per un esborso di cassa netto di circa 40 milioni.

Positivo anche l’accordo con l’Agenzia delle Entrate che definisce i criteri per la quantificazione dei benefici fiscali rispetto al cosiddetto ‘Patent Box’ per il periodo 2015-2019. Il beneficio fiscale per il 2015 risulta pari a circa 12 milioni di euro, mentre per il 2016 si stima un valore pari a circa 16 milioni. Entrambi i valori, precisa una nota della società, sono da contabilizzare nel conto economico del primo semestre del 2017.

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