Crescono nei primi tre mesi dell’anno sia gli utili sia le vendite di Campari, società quotata a Piazza Affari, dove subito dopo la pubblicazione dei conti è nettamente il miglior titolo del Ftse Mib, con un guadagno di oltre il 3% (a 8,78 euro, dopo aver toccato anche il +4% a sfiorare i 9 euro), in una mattinata in cui la Borsa milanese viaggia poco sopra la parità. Nello specifico l’utile del gruppo prima delle imposte rettificato per le componenti non ricorrenti è stato pari a 40,2 milioni di euro, il 26,1% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e le vendite si sono attestate 327,4 milioni con una variazione organica +7,2% e una crescita organica dei brand a priorità globale del 11,9%.
Il margine di contribuzione è stato pari 126,7 milioni con una variazione positiva del 7,5% rispetto a un anno fa mentre l’Ebitda Campari prima di oneri e proventi non ricorrenti si è attestato a quota 66,8 milioni con una progressione del 18,8% su base annua. Per finire, l’Ebit prima di oneri e proventi non ricorrenti è stato pari a 53,9 milioni con un aumento del 21,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e il debito finanziario netto è stato pari a 923,1 milioni, in aumento rispetto ai 825,8 milioni al 31 dicembre 2015.
Bob Kunze-Concewitz, Ceo della società, ha così commentato: “Nel primo trimestre del 2016 abbiamo registrato risultati molto positivi per tutti gli indicatori di performance operativa a livello organico. Questi risultati sono stati ottenuti grazie alla costante implementazione della nostra strategia di crescita che ha portato al continuo miglioramento del mix delle vendite in termini di prodotto e mercato. In particolare, i brand a priorità globale e a elevata redditività continuano a mostrare un andamento positivo e superiore alla crescita media del Gruppo, a beneficio dell’espansione della marginalità operativa. Inoltre, abbiamo conseguito una crescita organica positiva in tutte le aree geografiche di riferimento e, in particolare, nei mercati sviluppati a elevata marginalità, quali Nord America ed Europa occidentale. Occorre tuttavia, sottolineare che, nel trimestre meno rilevante dell’anno per stagionalità del business, questi risultati sono stati impattati da alcuni eventi non ricorrenti sia positivi che negativi. Tra i positivi, si segnala che i risultati hanno beneficiato di una diversa calendarizzazione del periodo pasquale, anticipato rispetto al 2015. Inoltre, negli Stati Uniti, la performance è stata favorita dalla tempistica degli ordini che ci si aspetta vengano gradualmente riassorbiti nel corso dei trimestri successivi. Per contro, si segnala che i risultati delle vendite del Gruppo sono stati impattati negativamente da una contrazione del business non-core e a bassa marginalità dello zucchero in Giamaica“.