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Campari, conti 2024: ricavi in crescita, ma utile in calo. Il 2025 sarà di transizione: impatto dazi Usa fino a 100 milioni

Imagoeconomica

Campari chiude il 2024 con un modesto aumento delle vendite, che salgono del 2,4% a 3,07 miliardi di euro, ma l’utile netto segna una flessione significativa, scivolando del 39% a 202 milioni di euro. Su base rettificata, l’utile scende del 3,7%, attestandosi a 376 milioni, mentre l’Ebit rettificato si ferma a 605 milioni di euro, registrando un calo del 2,5% rispetto al 2023 (19,7% dei ricavi).

Nonostante queste difficoltà, il ceo Simon Hunt, in carica da appena due mesi, definisce comunque i risultati positivi, considerando l’anno particolarmente sfidante. Per il 2025, Campari prevede una crescita moderata delle vendite e un andamento invariato dell’Ebit rettificato, mentre il contesto macroeconomico rimane incerto, anche a causa dei nuovi dazi sulle importazioni negli Stati Uniti.

Campari conti 2024: vendite solide, utile in sofferenza

A trainare il fatturato sono state le Americhe, che rappresentano il 45% delle vendite totali, con una crescita del 4% e una tenuta del mercato Usa, dove spiccano le performance di Espolòn (+12%) e Aperol (+11%). Bene anche l’Emea (+3%), mentre l’Italia ha chiuso in calo del 4%, penalizzata da condizioni meteo sfavorevoli, tensioni commerciali e scorte ridotte dai grossisti. Asia Pacifico in difficoltà, con un calo del 6%.

Sul fronte finanziario, l’indebitamento netto a fine anno sale a 2,377 miliardi di euro, rispetto agli 1,854 miliardi del 2023, principalmente per effetto di acquisizioni (577 milioni) e altre operazioni, parzialmente compensate da un free cash flow positivo (173 milioni). Il nuovo board per il prossimo triennio vedrà la conferma degli attuali membri, incluso l’ex ceo Bob Kunze-Concewitz come amministratore non esecutivo, e l’ingresso di Emma Marcegaglia.

Nonostante la contrazione dell’utile, Campari ha confermato un dividendo stabile di 0,065 euro per azione, che sarà pagato il 24 aprile (previa approvazione degli azionisti).

Performance dei brand: bene Aperol ed Espolòn, in difficoltà il whisky

Sul fronte dei brand, House of Aperitif (43% delle vendite) ha chiuso il 2024 con una crescita del 6%, grazie a un quarto trimestre positivo dopo una stagione difficile. Aperol ha segnato un +5%, spinto dal mercato americano. House of Whiskey and Rum (14%) ha invece subito un calo del 6%, con difficoltà per Wild Turkey e Russell’s Reserve negli Stati Uniti e in Australia, nonostante la crescita a doppia cifra in Giappone ed Europa. Ottima performance per House of Agave (+10%) e House of Cognac and Champagne (+2%). Courvoisier, che dal 2025 entrerà nel perimetro della crescita organica, ha registrato vendite per 75 milioni di euro e ha già avviato investimenti negli Stati Uniti e in Asia Pacifico. I marchi locali (25% delle vendite) hanno chiuso l’anno con un leggero calo dell’1%.

Il nodo dazi e la ristrutturazione del 2025

Uno dei fattori più critici per il 2025 sarà l’impatto dei dazi del 25% sulle importazioni da Messico, Canada (e presto anche Europa) imposti dall’amministrazione Trump. Campari stima un effetto negativo di 90-100 milioni di euro, con un impatto iniziale di circa 35 milioni già da marzo.

Per fronteggiare le sfide del 2025, il gruppo ha avviato un piano di contenimento dei costi, che dovrebbe generare un beneficio di 50 punti base sulle vendite nette, soprattutto nella seconda metà dell’anno. Tuttavia, secondo indiscrezioni, Campari starebbe valutando una ristrutturazione aziendale con un taglio del 10% della forza lavoro globale, pari a circa 500 posti di lavoro, di cui 100 in Italia.

Guardando oltre, il produttore di Aperol e degli amari Campari mantiene le previsioni di medio termine formulate lo scorso ottobre, con l’obiettivo di tornare a una crescita organica mid-to-high single digit in un contesto macroeconomico più stabile. L’incremento della marginalità dell’Ebit sarà sostenuto dalle iniziative aziendali strategiche, che dovrebbero generare un beneficio di 200 punti base nei costi di struttura sulle vendite nette entro il 2027.

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Categories: Economia e Imprese