Campari crolla in Borsa dopo la pubblicazione dei conti. Alle 13.00 il titolo cede il 6% a 7,955 euro dopo essere rimasto bloccato per alcuni minuti. Il mercato non ha apprezzato il bilancio del 2018, chiuso con vendite pari a 1,71 miliardi, in calo del 2,4% tenuto conto degli effetti cambio, con il rafforzamento dell’euro rispetto a tutte le valute del gruppo, e perimetro, per via delle cessioni di business non strategici, quali i brand Carolans e Lemonsoda, (+5,3% la crescita organica).
Delude l’utile netto, sceso a 296,3 milioni, in ribasso del 16,8% rispetto all’anno precedente (+6,8% l’utile adjusted considerato che nel 2017 il gruppo aveva beneficiato di rettifiche una tantum per 123 milioni complessivamente, tra i quali anche 26 milioni di benefici fiscali per il Patent Box).
Giù del 2,4% anche i ricavi, arrivati a quota 1,711 miliardi, mentre l’ebit si attesta a 380,7 milioni (-3,5%, +7,6% a 378,8 milioni l’ebit rettificato).
I dati sono risultati inferiori alle stime degli analisti che prevedevano vendite per 1,714 miliardi, ebit rettificato a 379 milioni e utile netto rettificato a 253 milioni.
Il free cash flow è pari a 235,6 milioni e il free cash flow ricorrente a 267,7 milioni (+7,2%), mentre il debito finanziario netto è calato a quota 846,3 milioni dai 981,5 di fine 2017.
Il cda propone la distribuzione di un dividendo da 0,05 euro per azione, in linea con l’anno precedente.
Parlando dei singoli brand di proprietà del gruppo, vola Aperol, cresciuto del 28,1%. Campari segna +5,1% a livello organico, guidato dall’Italia, mercato principale per il brand, oltre che dalla crescita a doppia cifra negli Stati Uniti. Le vendite di Skyy hanno registrato una flessione organica dell’8,1%, per via della debolezza nel mercato statunitense.
L’ad Bob Kunze-Concewitz ha affermato: “Abbiamo conseguito una solida performance per i principali indicatori in termini di crescita organica ed espansione della marginalità nel 2018, che riflette una coerente delivery strategica di lungo termine. In particolare, negli ultimi quattro anni Campari Group ha raggiunto un incremento cumulativo del margine lordo sulle vendite pari complessivamente a +680 punti base, risultato dell’ottima espansione a livello organico di +390 punti base, guidata dal mix favorevole delle vendite, dell’effetto accrescitivo delle nostre operazioni di m&a, incluse le cessioni di asset non strategici, e dell’effetto cambio per la parte rimanente. Questo importante risultato ha permesso il rafforzamento degli investimenti in attività di brand building e nelle strutture commerciali, per sostenere la crescita nel lungo termine”.
Per quanto riguarda il 2019 “Prevediamo che l’attuale trend favorevole della performance organica del business possa proseguire, mentre continuiamo a fronteggiare le sfide provenienti dall’aumento del prezzo d’acquisto dell’agave. Nonostante ciò, rimaniamo fiduciosi circa il conseguimento di una performance positiva nel 2019 per i principali indicatori organici, trainata dalla continua sovra performance dei principali brand a priorità globale e regionale a elevata redditività nei mercati chiave del Gruppo”, ha concluso il ceo.