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Camfin: primo accordo tra Tronchetti e Malacalza per sciogliere Gpi, Opa più vicina. Milano negativa

Nel week end Tronchetti Provera e Malacalza hanno concordato di sciogliere Gpi, la scatola che detiene il controllo di Camfin da cui dipende Pirelli: si avvicina l’Opa su Camfin sostenuta da banche e Clessidra ma la partita non è ancora chiusa – Continua la frana di Tokyo mentre le Borse guardano alla Fed e alla Bce – Milano stamani è negativa

Camfin: primo accordo tra Tronchetti e Malacalza per sciogliere Gpi, Opa più vicina. Milano negativa

TOKYO, LA FRANA CONTINUA. BOND IN FERMENTO
SI SBLOCCA CAMFIN, SOTTO ESAME TELECOM SENZA RETE

Il malessere di Tokyo non s’attenua. Anzi, la settimana si apre con una nuova brusca caduta, attorno al 3%. Tra i titoli più bersagliati Nissan -3,3% , grande esportatore verso gli Usa. I mercati temono la svolta della politica della Fed e si dimostrano scettici sulla capacità della Boj di frenare la ripresa dello yen.

Va meglio ad Hong Kong +0,3% grazie alle garanzie sull’economia cinese . L’indice Pmi segnala a maggio un recupero dell’attività in netto contrasto con i risultati emersi dall’indagine parallela dell’ufficio studi di Hsbac che pochi giorni fa aveva segnalato il primo calo da sette mesi a questa parte.

La Corea del Sud, intanto, prende posizione contro l’Abenomics. Il G8, ha detto il ministro , Finanze Hyun Oh-seok, deve convocare entro un mese un vertice per affrontare il problema della svalutazione dello yuan: le conseguenze della svolta di Tokyo cominciare a pesare sull’export di Seul. Debole la Borsa -0,2%.

LE BORSE GUARDANO A BERNANKE. E AL VERTICE BCE

I mercati obbligazionari stanno entrando in una terra incognita . Sono bastate le dichiarazioni di Ben Bernanke il 22 maggio per provocare il calo più massiccio degli ultimi nove anni.

Assai ballerino il giapponese Jgb (salito dallo 0,68 allo 0,86%) mentre, sull’onda delle preoccupazioni per una possibile correzione di rotta della politica di acquisti della Federal Reserve, i rendimenti dei titoli del Tesoro Usa si stanno muovendo al rialzo: +1,8% a maggio, la variazione più marcata dal 2009. Il trend, tra oscillazioni anche marcate, è destinato a proseguire fino alla prossimo riunione del Fomc, il prossimo 17-18 giugno. Prima di allora l’appuntamento clou è fissato per venerdì 7, quando verranno resi noti i ati sull’occupazione Usa. Le previsioni parlano di 165 mila nuovi post di lavoro ma il tasso di disoccupazione dovrebe restare fermo al 7,5%.

Il fenomeno ha interessato anche i Bund. Il rendimento del decennale tedesco è salito dall’1,21% all’1,50%. In questa cornice ha ben tenuto il Btp a 10 anni il cui rendimento nel corso del mese di maggio è salito soltanto dal 3,90% al 4,10%.

Per l’Europa, la data chiave è quella di giovedì 6, quando a Francoforte si terrà il direttorio della Bce. Potrebbe essere l’occasione per decidere un nuovo taglio dei tassi e/o precisare gli “strumenti innovativi” di intervento per accelerare la trasmissione della liquidità dalla banca centrale all’economia reale, sbloccando il muro del credit crunch.

GLI INDICI

Nonostante qualche brivido maggio si è rivelato con l’eccezione di Tokyo un mese positivo per i mercati azionari, smentendo la tradizione (“vendi in maggio e stai alla larga…”). Il Dow Jones, che ha toccato il massimo storico il 21 maggio scorso, ha chiuso maggio con un guadagno del 2,1%. Stamane i futures sull’indice S&P segnalano una partenza positiva.

Piazza Affari archivia il maggio più piovoso da ventidue anni a questa parte con un saldo positivo del 2,6 %, cui va aggiunto un altro 2,4% se si tiene conto dello stacco dei dividendi: merito della riscossa dell’’indice FtseMib nelle ultime cinque sedute (+1,8%) Dall’inizio dell’anno il guadagno è pari al 5,7%.

Francoforte guida la classifica delle performance con un guadagno del +5,7%, L’Eurostoxx è salito del 2,4%. Fanalino di coda la borsa di Lisbona: -5%.

SOTTO I RIFLETTORI FIAT E LE POPOLARI

Al centro delle attenzioni la galassia Pirelli +0,9%.

Nel week end sembra essersi sbloccata la partita tra Marco Tronchetti Provera e Vittorio Malacalza. I duellanti hanno deciso di sciogliore la Gpi, ovvero la scatola in cui è parcheggiato il controllo di Camfin che a sua volta detiene il 26% di Pirelli. Nacerà in sua vece una newco in cui Tronchetti apporterà la sua quota in Camfin, il 29,5%, e in cui confluiranno le quote della famiglia Acuti, 8%, e di Massimo Moratti, 2,5%. Tronchetti si è inoltre già assicurato sul mercato attraverso contratti d’opzione. Nella newco entreranno sia Intesa che Unicredit oltre al fondo di private Clessidra. Saranno loro a sostenere il peso finanziario dell’Opa obbligatoria su Camfin. E i Malacalza? Dopo la scissione il loro pacchetto in Camfin sale al 25,66%, probabilmente destonato all’Opa. A meno che la vicenda non riservi altre sorprese.

L’accordo tra duellanti in Camfin, Marco Tronchetti Provera e Vittorio Malacalza, potrebbe accelerare la fine del patto di sindacato che governa l’industria della Bicocca, già prevista per l’aprile 2014.

Continuerà il rally di Fiat? Il settore più comprato in Europa è stato in settimana quello dell’auto. Il titolo è salito venerdì del 3,2% dopo che ieri il presidente John Elkann ha detto che Sergio Marchionne resterà alla guida del gruppo anche dopo il 2015. Daimler e Bmw hanno guadagnato rispettivamente l’1,5% e l’1,2%.

Giornata di debolezza altri titoli industriali: Finmeccanica ha perso il 2,4%, la controllata Ansaldo Sts è scesa del 4,2%, StM -0,6%.

Grande attenzione al settore bancario. Venerdì ci sono state forti endite sulle banche popolari in seguito alle dichiarazioni sul settore del governatore della Banca d’Italia: Pop. Milano è scesa del 2,5%, Pop. Emilia-1,8%. Pesante discesa di Banco Popolare -3,8%. Ma la prospettiva di nuove aggregazioni potrebbe far scattare un trend di segno opposto.

Guizzo nel finale per gli istituti di maggiori dimensioni che ha portato Unicredit +0,5% e Intesa +0,2% a chiudere in positivo, al termine di una seduta tutta in ribasso. Positiva MontePaschi +1,4%.

La nota negativa venerdì è stata la caduta di Telecom Italia, il giorno dopo l’approvazione da parte del cda dello scorporo della rete, un’operazione ben vista da analisti e investitori. A Parigi France Télécom è scesa del 2,5%, Deutsche Telekom -1,8%.

Sono scesi anche le assicurazioni e i titoli del risparmio gestito. Mediolanum-3,4%, Generali-0,7%, Fondiaria-Sai-0,9%.

Eni ha perso l’1,9% dopo avere ceduto sul mercato il 6,7% della portoghese Galp, con un incasso da 677 milioni di euro.

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