Trasparenza? I deputati non sembrano affrettarsi a mettere in rete il proprio stato patrimoniale. Piu’ di 400, dunque i due terzi degli onorevoli, ancora non lo hanno fatto, lasciando cadere l’esempio di Mario Monti e dei suoi ministri che non hanno avuto remore a mettere su Internet la propria situazione economica.
I redditi dei parlamentari sono pubblici, per legge devono depositare le dichiarazioni e integrarle se nel corso del mandato intervengono variazioni. Dunque sono consultabili. Ma l’immediatezza e la diffusione che consente Internet non hanno paragoni. Ma per mettere le dichiarazioni online occorre la specifica autorizzazione del singolo parlamentare, che devono firmare una specifica liberatoria. Al momento piu’ di 400 deputati (l’aggiornamento fotografa la situazione alle ore 15 del 28 febbraio) ancora non hanno dato il proprio ok.
E’ probabile che questo numero si sia nel frattempo ridotto: l’iter infatti prevede che una volta fatto pervenire l’assenso alla immissione in rete, la dichiarazione dei redditi venga depurata da ogni riferimento personale e dai dati sensibili prima di apparire su Internet. Un lavoro che comporta le necessarie verifiche e passaggi e che dunque richiede tempo. Di fatto, alle ore 15 del 28 febbraio solo 216 deputati, presidente della Camera in testa, avevano dato l’assenso a mettere in rete il proprio stato patrimoniale.
Vediamo allora chi sono i ritardari. Ribadendo che nel frattempo qualche deputato potrebbe aver dato l’ok alla totale trasparenza del proprio status patrimoniale via internet.
Allegati: Elenco dei deputati il cui reddito non � online (aggiornato al 28 febbraio).pdf