L’aula della Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge che introduce il delitto di tortura nell’ordinamento italiano. I sì sono stati 198, i no 35, gli astenuti 104. Dopo il caso Stefano Cucchi e la drammatica violenza al G8 di Genova l’Italia fissa un punto fermo.
“Chiunque con violenze o minacce gravi, ovvero agendo con crudeltà, – afferma la nuova legge – cagiona acute sofferenze fisiche o un verificabile trauma psichico a una persona privata della libertà personale o affidata alla sua custodia, potestà, vigilanza, controllo, cura o assistenza, ovvero che si trovi in condizioni di minorata difesa, è punito con la pena della reclusione da quattro a dieci anni se il fatto è commesso mediante più condotte ovvero se comporta un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona”.
Se a commettere il reato è un pubblico ufficiale, poliziotto o incaricato di pubblico servizio, la pensa sale da 5 a 12 anni.
Se poi c’è una pena personale grave le pene sono aumentate di un terzo e se le lesioni sono gravissime sono aumentate di una metà.