Il delicato tema degli appalti divide la maggioranza. Succede in aula, alla Camera, chiamata a votare sulla spending review. Il Pd ha insistito su un emendamento su cui il governo ha dato parere contrario, ma non ha trovato il sostegno necessario: Pdl e Terzo Polo hanno votato “no”. A schierarsi con il Pd è stata l’Idv; mentre la Lega si è astenuta. Già nelle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Montecitorio era andata in scena questa spaccatura con il Pd da una parte e il Pdl e il Terzo Polo dall’altra.
Al centro dell’attenzione la norma della spending review che stabilisce l’aggiudicazione degli appalti con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il contendere è su un emendamento del Pd sulle nuove norme per l’apertura delle buste con i documenti sugli appalti della pubblica amministrazione. Per il Partito Democratico la regola deve valere per tutti, anche per i plichi non ancora aperti al 9 maggio 2012.
Emendamento su cui l’esecutivo ha espresso parere negativo. “Abbiamo chiesto al governo se volesse modificare il parere formulato, non lo ha fatto perche’ ha spiegato che la proposta del Pd comporta un effetto negativo sulla finanza pubblica. Noi ci atteniamo al parere del governo”, ha spiegato il relatore centrista Roberto Occhiuto.
Secondo il governo l’annullamento di tutte le gare senza far salve le buste non ancora aperte al 9 maggio scorso potrebbe generare contenziosi e costare allo Stato oltre 1,2 miliardi di euro.j