E’ online lo stato patrimoniale del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Ma anche del suo predecessore, Pierferdinando Casini, dei vertici del Pd e di Antonio Di Pietro. La trasparenza ha, con questo Governo, un impulso e un vigore sinora inusuali. Mario Monti per primo, e poi tutti i ministri, hanno reso pubblico il proprio stato patrimoniale, mettendolo su internet, e dunque a disposizione dei cittadini, che così possono vedere e controllare. A seguire sono stati divulgati anche gli stipendi di dirigenti e manager pubblici. Iniziative che i cittadini hanno mostrato di apprezzare, visto l’ “intasamento” che hanno fatto registrare i siti su cui era possibile verificare lo status di chi ci amministra.
Una trasparenza online che però al momento sembra coinvolgere solo parzialmente deputati e senatori. A Montecitorio finora solo in 216 su 630 non hanno avuto remore. C’è da dire che i redditi dei parlamentari sono pubblici, ogni anno vengono presentati e depositati nei rispettivi rami del Parlamento e possono essere dunque consultati. Ma l’immissione di quei dati in rete alla portata della legittima curiosità generale con un semplice tocco di un tasto del computer ancora non è automatico: occorre l’assenso del singolo parlamentare. E non tutti sono disposti a mettere in rete i propri redditi.
E cosi’ alla Camera al momento (i dati sono aggiornati al 28 febbraio, alle 15) solo 216 deputati hanno dato l’assenso a mettere in rete i propri dati patrimoniali. Vale a dire appena un terzo degli onorevoli. Ma occorre precisare che il dato è in continua evoluzione, perché di giorno in giorno giungono agli uffici competenti le adesioni alla pubblicazione in rete.
E’ con legge dell’82 che i parlamentari devono presentare le proprie dichiarazioni dei redditi. Ma è solo dal 2010 che alla Camera i questori hanno dato il via libera alla possibilità della pubblicazione in rete. E l’immissione online di quei dati non è automatica, ma è subordinata alla firma, da parte del singolo deputato, di una liberatoria con cui consente la pubblicazione. Che può essere sintetica, oppure dettagliata voce per voce. E’ sempre il deputato a decidere. Ovviamente prima di essere immesse, le dichiarazioni dei redditi vengono depurate di ogni riferimento personale (indirizzo, numeri telefonici) e di ogni dato sensibile.
Ma ecco l’elenco (lo ribadiamo, aggiornato alle 15 di ieri) di chi ha dato l’ok: nel dettaglio, sono 106 (su 205) i deputati del Pd, e tra questi Bersani, Bindi, Letta, D’Alema, Veltroni. Dal Pdl al momento sono giunti 43 consensi (su 211 deputati), 12 dall’Udc (in prima fila Casini), 10 dall’Idv (Di Pietro in testa), 7 dal Fli (guidati da Fini) e altrettanti dalla Lega (su 59 deputati, tra gli ok quello di Maroni).