Otto misure che “il governo dovrebbe valutare” in modo da “garantire positive ricadute sull’economia reale”. Questi i suggerimenti della commissione Bilancio della Camera, che ha ha concluso l’esame dell’analisi della commissione europa sulla crescita 2012, stilando e approvando un documento. L’importanza del testo aveva indotto la Commissione a svolgere un’approfondita istruttoria con l’intenzione di portare il tema della crescita al centro del confronto parlamentare: “Il rischio – si legge nel documento approvato – è che venga esclusa, senza un’adeguata riflessione, la possibilità di adottare politiche economiche attive con gli strumenti delle politiche monetarie, fiscali e di bilancio”.
Ecco quali sono le misure che “il governo dovrebbe valutare”:
1) l’agevolazione di nuovi investimenti, specie da parte di piccole e medie imprese e nelle aree svantaggiate, con particolare riguardo alle spese di ricerca, nonché un ulteriore sgravio fiscale e contributivo per le imprese che aumentino il numero dei loro dipendenti a tempo indeterminato;
2) misure dirette ad aumentare al capacità di spesa per consumi delle famiglie a basso reddito (che hanno una più elevata propensione al consumo);
3) misure a sostegno del settore dell’edilizia, o, comunque, dei comparti in cui prevalgono le imprese di piccola dimensione che impiegano molta manodopera;
4) sostenere l’internazionalizzazione delle imprese di piccola e media dimensione, valorizzando le competenze delle strutture specializzate nel sostegno alle esportazioni;
5) favorire la rapida corresponsione dei debiti di fornitura contratti dalle pubbliche amministrazioni, con priorità per le piccole e medie imprese che utilizzino i relativi proventi per il finanziamento di nuovi investimenti;
6) misure volte a favorire l’evoluzione del sistema produttivo verso la green economy, a partire dalla riproposizione degli incentivi per il risparmio energetico;
7) riforma del Patto di stabilità interno che faciliti il finanziamento da parte degli enti locali, in coerenza con l’attuazione del federalismo fiscale, di alcune indifferibili spese in conto capitale, in primo luogo per infrastrutture;
8) l’adozione di iniziative, da concordare con il sistema bancario, dirette a evitare il rischio di una contrazione del volume dei crediti erogati alle imprese, eventualmente incrementando le risorse a disposizione di strumenti quali il Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese.