Alla Farnesina è atteso a giorni il cambio della guardia. Il premier Renzi deve indicare il successore di Federica Mogherini, divenuta Lady Pesc in Europa, alla guida del ministero degli Esteri. Non sarà una scelta indolore: d’accordo sulle quote femminili, d’accordo sul ringiovanimento della classe di governo, ma l’Italia ha bisogno come il pane di ritrovare un vero ministro degli Esteri e non uno scolorito funzionario di partito temporaneamente parcheggiato nei gloriosi saloni della Farnesina.
Queste riflessioni circolavano ieri pomeriggio nella mente dei più mentre il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlava alla Sioi – l’ente no profit di Palazzetto Venezia a Roma che forma i diplomatici – per festeggiarne il settantesimo anniversario della nascita. Il capo dello Stato ha sottolineato con efficacia l’importanza della politica estera ed evidenziato che non per caso è cresciuto negli anni il ruolo del Presidente del Consiglio anche sul fronte internazionale. Una bella mostra fotografica sui 70 anni della Sioi ricordava come, proprio nella sale della Sioi, siano maturate decisioni importanti per la politica estera dell’Italia – dall’adesione alla Nato a quella della Cee – e come in quelle stanze si siano affacciati negli anni protagonisti assoluti della politica estera da De Gasperi a Einaudi, da tutti i capi di Stato italiani a primattori della scena mondiale come Henry Kissinger e Francois Mitterand e tanti altri.
Purtroppo, annotava con una punta di amarezza il presidente della Sioi ed ex ministro degli Esteri, Franco Frattini, un segno dei nostri tempi è l’evidente crisi di leadership. Che investe in pieno gli Stati Uniti, dove la popolarità del presidente Obama non è mai stata così bassa, ma anche l’Europa e l’Italia. Colpisce in molti leader contemporanei l’assenza di memoria e di conoscenza della storia delle relazioni internazionali. C’è da augurarsi che queste considerazioni si affaccino alla mente anche di Matteo Renzi nel momento in cui si appresta a scegliere il nuovo ministro degli Esteri.
Ad ascoltare Napolitano ieri alla Sioi c’era Emma Bonino, che agli Esteri come alla Commissione europea ha fatto benissimo. Ma, restando nelle quote femminili, c’era anche chi ricordava l’intelligente contributo offerto da viceministro degli Esteri da Marta Dassù.
Le indiscrezioni delle ultime ore vanno però in altre direzioni e il premier sembra voler deludere le attese di un vero ministro degli Esteri. Si sente sussurrare che alla Farnesina non verrà promosso l’ottimo viceministro Lapo Pistelli, che ha il torto – si fa per dire – di essere stato uno dei maestri di politica di Renzi, ma che il premier terrà conto delle quote femminili e anche degli equilibri correntizi del Pd. Il nome che circola per succedere alla Mogherini è quello della vicepresidente della Camera, Marina Sereni, di cui non sono note le competenze di politica internazionale ma di cui è conosciuta la sveltezza nel passare da una corrente del Pd a un’altra, pratica che in passato è valsa la poltrona di ministro ad altre sue giovani colleghe.
Nulla di personale per carità, ma per la Farnesina c’è di meglio e l’Italia si merita ben altro. Presidente Renzi, ci stupisca anche stavolta e ci regali finalmente un ministro degli Esteri degno di questo nome.