La sterlina conferma il suo momento di debolezza e rompe una barriera psicologica importante nei confronti dell’euro. Dopo 15 mesi, il cambio euro-pound si è riportato sopra quota 0,90 a 0,90522. Il rialzo della moneta unica ha seguito il voto del parlamento greco, che ieri ha dato il via libera definitivo al piano di austerità voluto da Ue e Fmi. La manovra allontana il rischio di un default disordinato di Atene, lo scenario più temuto dagli operatori di mercato.
A pesare sul cambio, tuttavia, hanno contribuito debolezze intrinseche all’economia britannica. Mentre in Europa continentale tira la ripresa ‘made in Germany’, nel Regno Unito il mercato immobiliare e i consumi interni continuano a stagnare. Un’anemia che trova conferma nei dati comunicati ieri dall’Office for national statistics: la crescita del Pil nel primo trimestre è stata rivista al ribasso dall’1,8 all’1,6% su base tendenziale. Il dato congiunturale ha invece confermato un deludente +0,5% sull’ultimo trimestre del 2010.