Il comparto calzaturiero italiano resiste, nonostante denunci non poche difficoltà, e archivia una prima metà dell’anno con un fatturato ancora in crescita del 14,5% dopo il +18,7% a consuntivo 2021.
I dati emergono dall’ultimo report del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici che evidenzia inoltre recuperi in valore a doppia cifra sia sul fronte dell’export che negli acquisti delle famiglie italiane.
L’occasione è l’apertura della 94esima edizione di Micam, il salone dedicato alla calzatura italiana e promosso dall’associazione di categoria, che vede un parterre di 1.012 brand, di cui il 54% italiani e il 46% esteri, in aumento del 23% rispetto all’appuntamento di marzo 2022. La tre giorni della calzatura, dal 18 al 20 settembre, si inseriscono nel palinsesto delle manifestazioni milanesi della fashion industry presso Rho Fieramilano.
Preoccupazioni per i prossimi mesi dal caro energia e dai costi delle materie prime
“Il settore nel suo insieme denota un significativo recupero, ma caro energia, costi delle materie prime e conseguenze del conflitto russo-ucraino mettono a rischio l’evoluzione a breve” dice Giovanna Ceolini, la neo Presidente di Assocalzaturifici che ricorda come si sia registrato un calo del -30% in valore dell’export nei due mercati coinvolti nella guerra, con un -46% dall’inizio della guerra.
Ceolini, numero uno di Parabiago Collezioni, azienda che produce calzature a marchio Thierry Rabotin, è stata nominata da poco presidente reggente di Assocalzaturifici, dopo le dimissioni rassegnate a fine luglio di Siro Badon.
Per fortuna ci sono altri mercati che invece crescono, prosegue Ceolini: “le vicine Francia e Germania hanno registrato un 23% del valore, l’America, grazie al cambio favorevole è arrivata a +65 per cento” “Giappone e Cina sono rimasti a +15%, a causa dei lockdown di aprile e maggio che non gli hanno consentito di avanzare oltre, poi c’è il Kazakistan cresciuto del 53% ed è ripartito il Regno Unito, dopo la battuta d’arresto post-Brexit. In generale, se le griffe registrano performance brillanti, metà delle imprese però sono ancora sotto i livelli di fatturato pre-Covid.”
Esportazioni cresciute del 24% in valore e 15% in quantità
Nel dettaglio, nei primi 5 mesi 2022 le esportazioni sono cresciute del 24% in valore e del 15% in quantità, rispetto all’analogo periodo 2021. Una performance che ha permesso di superare anche in volume (+2,4%) i livelli pre-emergenziali, benché risulti significativo come il comparto delle calzature con tomaio in pelle, da sempre tipico delle produzioni Made in Italy, sia ancora molto al di sotto delle paia di tre anni addietro (-10,5% su gennaio-maggio 2019).
Il saldo commerciale settoriale mostra un attivo pari a 2,18 miliardi di euro (+14,5% su gennaio-maggio 2021). Sul mercato interno è proseguito l’avvicinamento ai livelli di tre anni addietro: +18,2% in valore gli acquisti delle famiglie nei primi 6 mesi e +14% in quantità.
Tutte le voci merceologiche mostrano un segno positivo su gennaio-giugno 2021, con in prima fila le calzature classiche per uomo e donna (+20 pct).