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Calvino, come leggerlo nel suo centenario della nascita in un mondo parallelo: ce lo ha già detto lui come farlo

GoWare

Leggere “Se una notte d’inverno” … altrove

È bella l’idea che mettendo un paio di Apple Vision o, magari tra qualche anno, dei Ray-Ban, prodotti dalla nostra patriottica Luxottica, potremmo migrare in un mondo sì di finzione, ma pur sempre piacevole.

Qui potremo replicare tante belle azioni quotidiane, tipo leggere un ottimo libro come Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino, del quale ricorre oggi il 100nario della nascita avvenuta il 15 ottobre 1923.

In quel “se” c’è tutta l’essenza di questo futuro oltre che del libro stesso. Dipende tutto da quale mondo sarà.

Se però lo intendiamo nel modo migliore e più consono alla nostra natura di persone, in quel mondo ci saremo noi stessi e non i nostri avatar, ci saremo proprio noi con le nostre facoltà ampliate e la nostra personalità. Il corpo potrà anche essere di pixel.

Hollywood c’è già

Questo, diciamolo, metaverso non sarà certamente quello di Zuckerberg con i suoi tronchi e levigati pupazzi. Sarà piuttosto quello che ci propone Hollywood. Se avete visto Barbie, beh lì c’è già un’idea di quali mondi alternativi possa creare la nostra immaginazione e soprattutto la nostra intelligenza creativa ed emotiva collettiva.

In questi mondi paralleli ci saremo noi stessi, ci saranno persone come ce ne sono nei film, anch’essi fatti peraltro di pixel. Non ci saranno gli edifici di plastilina e i rivestimenti di simil-formica. Ci saranno palazzi, strade, foreste e oceani e soprattutto ci saranno persone con sentimenti, storie, dolori e desideri.

In effetti il metaverso lo ha già inventato Hollywood e prima di Hollywood la letteratura. Basta convertirlo in codice. Vi stanno già lavorando nella Silicon Valley.

A proposito di immaginazione

Se intendiamo così il futuro, come noi stessi in un altrove ma con capacità aumentate, è anche possibile immaginare come potrà essere continuare a leggere le storie di Italo Calvino.

Italo Calvino, che aveva delle capacità futurologiche formidabili e che aveva già intuito che una matrice è alla base di ogni realtà, lo ha descritto molto bene in uno dei suoi libri più stupefacenti che ti punzecchiano a ogni riga, il suo Se una notte d’inverno un viaggiatore. Vi proponiamo un passo in cui c’è già veramente tutto. I titoletti sono della redazione, il testo è interamente di Calvino.

Disconnettiti

Stai per cominciare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti, Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito, agli altri: «No, non voglio vedere la televisione!» Alza la voce, se no non ti sentono:

«Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!» 

Forse non ti hanno sentito, con tutto quel chiasso; dillo più forte, grida: 

«Sto cominciando a leggere il nuovo romanzo di Italo Calvino!»

O se non vuoi non dirlo; speriamo che ti lascino in pace.

Prendi la posizione più comoda: seduto, sdraiato, raggomitolato, coricato. Coricato sulla schiena, su un fianco, sulla pancia. In poltrona, sul divano, sulla sedia a dondolo, sulla sedia a sdraio, sul pouf. Sull’amaca, se hai un’amaca. Sul letto, naturalmente, o dentro il letto. Puoi anche metterti a testa in giù, in posizione yoga, Col libro capovolto, si capisce.

Rilassati

Certo, la posizione ideale per leggere non si riesce a trovarla. Una volta si leggeva in piedi, di fronte a un leggio. Si era abituati a stare fermi in piedi. Ci si riposava così quando si era stanchi d’andare a cavallo. A cavallo nessuno ha mai pensato di leggere; eppure ora l’idea di leggere stando in arcioni, il libro posato sulla criniera del cavallo, magari appeso alle orecchie del cavallo con un finimento speciale, ti sembra attraente. Coi piedi nelle staffe si dovrebbe stare molto comodi per leggere; tenere i piedi sollevati è la prima condizione per godere della lettura.

Bene, cosa aspetti? Distendi le gambe, allunga pure i piedi su un cuscino, su due cuscini, sui braccioli del divano, sugli orecchioni della poltrona, sul tavolino da tè, sulla scrivania, sul pianoforte, sul mappamondo. Togliti le scarpe, prima. Se vuoi tenere i piedi sollevati; se no, rimettitele. Adesso non restare lì con le scarpe in una mano e il libro nell’altra.

Aggiusta la luce e fai pipì

Regola la luce in modo che non ti stanchi la vista. Fallo adesso, perché appena sarai sprofondato nella lettura non ci sarà più verso di smuoverti. Fa’ in modo che la pagina non resti in ombra, un addensarsi di lettere nere su sfondo grigio, uniformi come un branco di topi; ma sta’ attento che non le batta addosso una luce troppo forte e non si rifletta sul bianco crudele della carta rosicchiando le ombre dei caratteri come in un mezzogiorno del Sud. Cerca di prevedere ora tutto ciò che può evitarti d’interrompere la lettura. Le sigarette a portata di mano, se fumi, il portacenere. Che c’è ancora? Devi far pipì? Bene, saprai tu.

Ora sei pronto

Ora sì. Sei tranquillo, apri il libro alla prima pagina, no, all’ultima, per prima cosa vuoi vedere quant’è lungo. Non è troppo lungo, per fortuna. I romanzi lunghi scritti oggi forse sono un controsenso: la dimensione del tempo è andata in frantumi, non possiamo vivere o pensare se non spezzoni di tempo che s’allontanano ognuno lungo una sua traiettoria e subito spariscono. La continuità del tempo possiamo ritrovarla solo nei romanzi di quell’epoca in cui il tempo non appariva più come fermo e non ancora come esploso, un’epoca che è durata su per giù cent’anni, e poi basta.

. . .

P.S.

Per il 100nario di Calvino c’è il tutto esaurito. Un pertugio c’è ancora per infilarci due libri, …due libri agli antipodi. Non nel senso del contenuto, ma proprio geografico.

Se dal centro di Milano, dove ha sede l’editore del primo libro, si fa un foro senza fermarsi si sbuca a Wellington in Nuova Zelanda dove vive l’autore del secondo.

Il primo libro è di Domenico Scarpa, critico letterario e molte altre cose, che vive e lavora a Pisa. Il suo Calvino fa la conchiglia. La costruzione di un scrittore, editore Hoepli, fa proprio quello che promette il titolo molto calviniano, tra l’altro.

Il secondo è un tributo brillante e originale all’opera più sofisticata di Calvino. È Intelligible cities di David Groves, editore goWare. È scritto in inglese ma poteva esserlo in italiano tanto l’autore domina la nostra lingua e la nostra letteratura. Per più di un trentennio Groves ha insegnato italiano alla Victoria University della capitale di Aotearoa-Nuova Zelanda.

Calvino è veramente dappertutto, qui, altrove e agli antipodi.

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